
Udinese, cessione in stallo. Gli americani vogliono il 100%, dubbi sulla gestione
Doveva essere la settimana decisiva per il passaggio di proprietà dell’Udinese al fondo americano Guggenheim Partners, guidato dal miliardario Mark Walter, ma il tanto atteso closing a Lussemburgo non è arrivato. La trattativa, avviata ormai da mesi e data da molti come ormai certa, sembra aver subito un brusco rallentamento che sta generando non pochi interrogativi sul futuro del club friulano e sulla reale possibilità che l’operazione possa andare in porto.
Il valore complessivo della trattativa si aggira attorno ai 200 milioni di euro, ma restano ancora dei nodi irrisolti che ne stanno frenando la conclusione. Non è chiaro cosa abbia effettivamente bloccato l’iter, anche perché tutte le parti coinvolte – dal fondo americano agli avvocati che seguono il dossier – mantengono il più stretto riserbo.
Le ipotesi in campo sono diverse. Si parla di una possibile pausa di riflessione da parte dello stesso Mark Walter, che potrebbe essere alla ricerca di nuovi partner da coinvolgere nell’operazione, oppure di una indecisione sulla gestione futura del club. Nessuna delle due versioni è confermata, ma una cosa è certa: più passa il tempo più sorgono i dubbi.
Il futuro resta nelle mani degli americani. D’altronde, come viene sottolineato da ambienti vicini alla famiglia Pozzo, non sono stati i Pozzo a mettere l’Udinese in vendita. È stato il fondo americano a bussare alla porta del club friulano manifestando interesse. E ora il pallino torna nelle mani degli americani: se vogliono davvero concludere l’operazione, devono agire. La situazione, però, è diventata fluida. C'è anche chi ipotizza che la trattativa possa riprendere tra qualche mese, magari a campionato iniziato, quando l’Udinese avrà un volto tecnico definito.
Nonostante le dichiarazioni di Gianpaolo Pozzo, che aveva parlato di un possibile ingresso del fondo sul modello Atalanta (con la famiglia Percassi ancora coinvolta nella gestione sportiva), l’intesa prevedeva la cessione del 100% del pacchetto azionario. Nessuna compartecipazione, quindi. Se l’affare dovesse andare in porto, l’Udinese diventerebbe interamente americana, segnando la fine dell’era Pozzo dopo 39 anni di guida.
Nel frattempo, però, il club non può permettersi di rimanere sospeso. Il direttore tecnico Gianluca Nani e Gino Pozzo stanno lavorando senza sosta per impostare il mercato estivo. All’orizzonte ci sono tre cessioni importanti – Bijol, Solet e Lucca – per una cifra complessiva che potrebbe superare gli 80 milioni di euro. Un incasso fondamentale per rimettere in moto il motore bianconero, anche in caso di permanenza della famiglia Pozzo.
Il tecnico Runjaic e il direttore sportivo Inler, entrambi confermati, chiedono chiarezza. Non è possibile preparare la stagione ssenza sapere con certezza chi guiderà l’Udinese nei prossimi mesi. Anche i tifosi aspettano segnali. Con la campagna abbonamenti alle porte, servono certezze. Il sostegno alla squadra non mancherà, ma è chiaro che la trasparenza sulla situazione societaria è oggi un’esigenza non più rinviabile.
Le prossime ore saranno decisive: o il fondo americano romperà il silenzio e rilancerà, oppure si prenderà atto che l’Udinese resterà, ancora una volta, saldamente nelle mani della famiglia Pozzo.






