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Ferrarini e Molinaro, i due nomi che non ti aspetti in un Venezia che dimostra che nel calcio è ancora il gruppo la cosa più importante
lunedì 29 marzo 2021, 17:07Primo Piano
di Davide Marchiol
per Tuttoveneziasport.it

Ferrarini e Molinaro, i due nomi che non ti aspetti in un Venezia che dimostra che nel calcio è ancora il gruppo la cosa più importante

La regola vuole che il calcio sia sport di squadra, anche se l'epoca moderna sta cercando di mettere in discussione in tutti i modi l'assioma. Ormai è più o meno tutto un "la squadra Caio è Tizio dipendente" (Forte nel nostro caso) oppure si cerca di costruire la rosa intorno al singolo e preferiamo non fare nomi per evitare di urtare sensibilità altrui, ma è innegabile che il concetto di gruppo stia perdendo sempre più terreno in favore dei personaggi. Questi sono indubbiamente capaci di numeri incredibili e giocate impressionanti, però non sempre questo è sintomo di risultati. Ecco che in questo, nel suo piccolo, la Serie B sta cercando di distaccarsi. Guardate l'Empoli di Dionisi... o il Venezia di Zanetti.

Contro il Monza, nel match contro quella che è (per quanto carente nella manovra corale) una corazzata a tutti gli effetti, Zanetti si presenta con un cambio su entrambe le fasce, ingranaggi fondamentali del gioco propositivo arancioneroverde. A destra abbiamo trovato Ferrarini al posto del fino a quel momento inamovibile Mazzocchi. La stagione di Pasquale è strepitosa, ma dando sempre il 110% prima o poi è inevitabile rallentare e qui entra in gioco il suo "vice", che era da un bel po' che non trovava campo. A sinistra invece si è rivisto Molinaro, in un gioco a tre per la maglia da titolare che ormai sembrava vedere più avanti Felicioli e il nuovo arrivato Ricci (sempre abbastanza positivo fino ad ora quando utilizzato).

Le prestazioni le sappiamo, Ferrarini, sbavatura sul gol di Armellino a parte, è stato imprendibile. Si è fatto la fascia un numero incalcolabile di volte, soffrendo di rado in difesa e pungendo in attacco. Molinaro ovviamente ha meno gamba, ma anche dalle sue parti il Monza di varchi ne ha trovati ben pochi. Questo succede quando c'è un gruppo consolidato, così affiatato che anche chi gioca meno riesce quasi automaticamente a dare il massimo. Chiaro, non può accadere sempre, ogni regola ha la sua eccezione, ma, nel match forse più tosto dell'anno per periodo e coincidenze, a fare la differenza è stato il gruppo, non solo il singolo Aramu, giustamente celebrato per la storica tripletta, ma che ha potuto realizzare l'impresa perché alla base c'è una macchina che magari non è una Ferrari, ma ha tutte le componenti che lavorano insieme per un solo risultato. Guardate il primo gol: Johnsen si allarga sulla destra e mette in mezzo, Di Mariano fa sponda senza pensarci e altrettanto fa Aramu, che calcia al volo praticamente senza riflettere e insacca il gol del vantaggio.

Risultato? Monza 1, Venezia 4. Forse i Leoni non otterranno quest'anno la serie A, ma insieme all'Empoli e ad altre squadre cadette stanno dando una lezione importante alle altre: il gruppo nel calcio vale ancora.