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Venezia, due passi indietro a San Siro: c'è tanto da lavorare, stavolta va quasi tutto storto
Il Venezia si presentava alla sfida di San Siro con le premesse di chi aveva raccolto meno di quanto avrebbe meritato: le sensazioni, nonostante 1 punto raccolto in 3 giornate, erano di discreto ottimismo, nonostante la consapevolezza di essere inferiori. La sconfitta rimediata con il Milan però non permette più di guardare il bicchiere mezzo pieno, per quanto ci si sforzi: è stata una serata nera, quella del Meazza, da tanti punti di vista.
Non è la Serie B: l'inesperienza si sta pagando.
L'inesperienza sembra costare caro in questo avvio degli arancioneroverdi e di fronte ai 70mila di San Siro è venuta a galla ai primi errori. L'idea di Di Francesco si è vista soprattutto dopo il primo schiaffo del gol subito a freddo: il Venezia si è alzato e ha creato pericoli con coraggio. Gli errori individuali però si pagano carissimo. Lo stesso Di Francesco a fine partita ha rimarcato: "Tutti devono capire che la Serie A non è la Serie B. Siamo stati ingenui in diverse situazioni, ci siamo fatti diversi gol da soli. Il secondo gol ci ha tagliato le gambe, non ci sono scusanti". Insomma, la squadra ha mostrato la sua fragilità, prima difensiva e poi mentale, per l'incapacità di reagire e cercare di restare in partita come aveva mostrato nelle precedenti uscite.
Una serata che può servire: basta disattenzioni.
Il cauto ottimismo lascia spazio dunque alle riflessioni ed i mea culpa. La serata storta può servire, perché davvero l'impressione è che il Venezia molti gol "se li sia fatti da solo", per usare altre parole del tecnico. Centrare la salvezza appare un'impresa da costruire nel tempo, ma per farlo servirà innanzitutto correre ai ripari quanto prima dal punto di vista dell'attenzione agli errori individuali. Poi certo, il tema della produzione offensiva è noto. E se arrivasse ancora qualcosa dal mercato degli svincolati? Può darsi, ma la soluzione non può essere quella. Fra giovani, giocatori che non conoscono il campionato ed altri alla prima esperienza in massima serie, è chiaro che ora più che mai si chiede di avere pazienza, perché è l'unica arma per poter aspettare chi oggi non può avere quella conoscenza che i giocatori di altre squadre già hanno.
Non è la Serie B: l'inesperienza si sta pagando.
L'inesperienza sembra costare caro in questo avvio degli arancioneroverdi e di fronte ai 70mila di San Siro è venuta a galla ai primi errori. L'idea di Di Francesco si è vista soprattutto dopo il primo schiaffo del gol subito a freddo: il Venezia si è alzato e ha creato pericoli con coraggio. Gli errori individuali però si pagano carissimo. Lo stesso Di Francesco a fine partita ha rimarcato: "Tutti devono capire che la Serie A non è la Serie B. Siamo stati ingenui in diverse situazioni, ci siamo fatti diversi gol da soli. Il secondo gol ci ha tagliato le gambe, non ci sono scusanti". Insomma, la squadra ha mostrato la sua fragilità, prima difensiva e poi mentale, per l'incapacità di reagire e cercare di restare in partita come aveva mostrato nelle precedenti uscite.
Una serata che può servire: basta disattenzioni.
Il cauto ottimismo lascia spazio dunque alle riflessioni ed i mea culpa. La serata storta può servire, perché davvero l'impressione è che il Venezia molti gol "se li sia fatti da solo", per usare altre parole del tecnico. Centrare la salvezza appare un'impresa da costruire nel tempo, ma per farlo servirà innanzitutto correre ai ripari quanto prima dal punto di vista dell'attenzione agli errori individuali. Poi certo, il tema della produzione offensiva è noto. E se arrivasse ancora qualcosa dal mercato degli svincolati? Può darsi, ma la soluzione non può essere quella. Fra giovani, giocatori che non conoscono il campionato ed altri alla prima esperienza in massima serie, è chiaro che ora più che mai si chiede di avere pazienza, perché è l'unica arma per poter aspettare chi oggi non può avere quella conoscenza che i giocatori di altre squadre già hanno.
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