Scamacca, ritorno al Tardini per la rinascita: gol per la Dea, sogno per l’Italia

Ci sono stadi che segnano un destino. Per Gianluca Scamacca il Tardini di Parma non è un campo qualsiasi: poco più di un anno fa, proprio lì, si ruppe il crociato anteriore del ginocchio sinistro, dando inizio a un calvario di mesi. Oggi ci torna da protagonista, con la maglia dell’Atalanta e un obiettivo chiaro: continuare a segnare.

IL GOL DELLA LIBERAZIONE – Contro il Pisa ha spezzato un digiuno lungo 455 giorni. Un movimento secco, un diagonale preciso e la palla in rete: un gol che ha il sapore della rinascita. «Sono contento per Gianluca e per il suo gol – ha spiegato Juric –. Dobbiamo gestirlo, ma ci sarà a Parma». L’allenatore croato non nasconde l’entusiasmo per aver ritrovato il suo terminale offensivo più importante.

UN LEADER PER JURIC – Dopo l’era Gasperini - presenta il match La Gazzetta dello Sport - l’Atalanta ha bisogno di punti fermi e Scamacca si propone come guida. La sua presenza in campo è fondamentale per dare peso e concretezza a un reparto offensivo che crea tanto ma deve imparare a concretizzare di più. Juric insiste: «Col Pisa nel secondo tempo abbiamo prodotto tantissimo, ma bisogna finalizzare meglio. Scamacca è la nostra arma in più».

NAZIONALE NEL MIRINO – Non solo Atalanta. Scamacca pensa anche all’azzurro: vuole conquistare la fiducia di Rino Gattuso, commissario tecnico dell’Italia, in vista del Mondiale. Tornare a segnare con continuità, anche sul palcoscenico della Champions League, significherebbe rilanciare la sua candidatura in Nazionale.

UN PERCORSO DIFFICILE – Dopo l’infortunio e un successivo problema muscolare, il centravanti avrebbe potuto cedere allo sconforto. Invece ha reagito con lavoro, pazienza e determinazione, tornando più forte di prima. Ora il gol non è più un punto di arrivo, ma un’abitudine da ritrovare.

Scamacca torna al Tardini per scrivere una nuova pagina della sua carriera: lo stadio dell’infortunio può trasformarsi nello scenario della definitiva rinascita. Per la Dea e, presto, forse anche per l’Italia.