
De Roon: "Non mi considero una bandiera, ma Bergamo è casa mia"
Marten de Roon, intervenuto in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de L'Eco di Bergamo, ha parlato del suo legame con Bergamo, del ruolo da simbolo dell’Atalanta e dei ricordi più intensi delle sue 400 partite in nerazzurro. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Lei viene considerato una bandiera dell’Atalanta. Si riconosce in questa definizione?
«Non mi vedo come una bandiera, ma è bello che la gente lo pensi. In Italia esistono ancora giocatori legati a una sola maglia, come Berardi o Patric. Qui all’Atalanta c’è una tradizione importante, da Papu a Ilicic, da Freuler a Toloi, fino a Djimsiti e Pasalic. Io mi sento fortunato a poter ancora dare il mio contributo».
Ha dichiarato di essere a sole 35 partite dal record di presenze di Gianpaolo Bellini. Quanto conta per lei questo traguardo?
«Conosco bene i numeri, ma non lo considero un obiettivo. Anzi, quasi mi dispiacerebbe superarlo: Bellini è un bergamasco che ha giocato tutta la carriera qui, ha sofferto tanti infortuni e non ha avuto l’opportunità di giocare in Europa. Superare uno così sarebbe strano».
Nelle ultime stagioni è stato quasi sempre titolare. È più merito suo o degli allenatori che non la tolgono mai?
«Un po’ entrambi. Con Pasalic scherzavamo: in quattro partite di campionato sono già uscito due volte, mentre l’anno scorso era accaduto pochissime volte. Non amo lasciare il campo, ma a volte è giusto, soprattutto quando sei avanti di tre o quattro gol. A 34 anni bisogna anche sapersi gestire».
Quali sono i compagni con cui ha legato di più in questi anni a Bergamo?
«Con Djimsiti ho un rapporto speciale, siamo amici oltre che compagni. Parlo spesso anche con Freuler, che ora è al Bologna. Sono loro i giocatori ai quali mi sento più legato».
Chi è stato il compagno più forte con cui ha giocato nell’Atalanta?
«Dico Ilicic e Muriel. Due talenti puri, capaci di colpi straordinari. Quando avevano voglia, potevano fare qualsiasi cosa».
E il ricordo più bello delle sue 400 partite?
«La prima qualificazione in Champions, a Reggio Emilia nel 2019. Tutta Bergamo era al Mapei Stadium, una serata indimenticabile».
De Roon non si considera una bandiera, ma i suoi numeri, la sua dedizione e le sue parole raccontano l’esatto contrario. In silenzio, partita dopo partita, è diventato il volto di un’Atalanta che ha cambiato la propria storia.





