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...con Aurelio Andreazzoli
“Serie A, incredibile riprendere subito! Inter, ora puoi vincere. Sono stato vicino alla Juve, Pirlo è carico. Genoa, non mi hai dato tempo. Il mio Empoli cantava... Italiano? Bravo lo Spezia”
Ritorna la Serie A. Si riprende, con dei piccoli segnali di apertura al pubblico e con tante incognite. “Non mi sembra possibile che sia ricominciato il campionato... è appena finito. Ed è la sensazione che raccolgo tra tutti. Davvero, non sembra vero che si ricominci”, dice a TuttoMercatoWeb.com l’ex allenatore del Genoa, Aurelio Andreazzoli.
È un anno importante per l’Inter: può davvero vincere il campionato?
“Vincere non è mai facile. Ma l’Inter dovrà lottare ad armi pari con la Juve. Dipenderà anche dal mercato. La scorsa stagione si è conclusa con un divario. Conte avrà la possibilità di usufruire di un anno di lavoro già alle spalle”.
E lei, perché non è andato alla Juve con Pirlo?
“Abbiamo parlato, ma parlare non significa fare. Ero ancora sotto contratto con il Genoa, dovevo risolvere”.
C’è chi definisce Pirlo un predestinato.
“Predestinato lo ha definito la società che lo ha scelto. E chi meglio di chi lo conosce può dare un giudizio? Solo il campo dirà se sarà un azzardo oppure una situazione positiva”.
Come lo ha sentito quando le ha proposto di lavorare con lui?
“Ha una grande opportunità, è oltremodo carico e l’ho sentito con le idee chiare. Poi idee e propositi devono essere trasformati in campo e questa è la cosa più difficile da fare”.
Sarebbe stato strano vederla al fianco di un altro allenatore...
“Ognuno di noi se è chiamato a svolgere un lavoro è importante che sappia farlo ai massimi livelli. Poi non deve necessariamente essere in prima persona. Si può anche fare un lavoro apparentemente in secondo piano. E farlo alla Juve non è niente male. Se sei chiamato a fare il collaboratore è un ruolo di secondo piano, se devi fare il supporto a chi ha appena cominciato è un lavoro di primo piano. Per quanto mi riguarda l’ho presa come una situazione positiva, ma non è stato possibile portarla in fondo. E non mi dispiace: mi guardo intorno, se avrò la possibilità e voglia di continuare potrò farlo. Non sono uno che deve fare carriera”.
Cosa le è mancato al Genoa?
“Il tempo. Svolgiamo un ruolo che è talmente delicato e bisognoso di tempo per poter essere messo a punto che se non ti viene dato non puoi esprimerti. Poi possono anche essere commessi degli errori. Può anche darsi che una squadra non sia stata realizzata come era stata pensata. Sono stato esonerato il 21 ottobre dopo due mesi proficui. Anche Thiago Motta che tempo ha avuto per mettere in campo le sue idee? Ne ha giovato Nicola che a gennaio la squadra è stata ritoccata e si è salvata l’ultima giornata”.
Già, l’ultima giornata. Proprio come l’anno prima, quando lei allenava l’Empoli.
“A Empoli mi hanno esonerato il 5 novembre con un squadra che non stava giocando a calcio ma cantava. Giocavamo un calcio meraviglioso. E quando sono tornato abbiamo ripreso da dove abbiamo lasciato facendo molto bene. Ma anche lì c’è stato tolto il tempo...”
Chi invece ha dato tempo all’allenatore è stato lo Spezia. E Italiano oggi è in Serie A con merito.
“Se non gli avessero dato fiducia non avrebbe centrato un risultato in pompa magna. E se avessero cambiato non avrebbero ottenuto il risultato che hanno portato a casa. Italiano ha alle spalle delle promozioni, è una perla di cui si può vantare. Non è semplice ottenere questi risultati, che non sono arrivati per caso. E le società gli hanno dato tempo”.
Stasera c’è Samp-Juve. Da una parte l’esperienza di Ranieri, dall’altra la novità Pirlo.
“Si affrontano le squadre, non gli allenatori. In genere sono i calciatori che fanno la differenza. L’allenatore può fare casino non facendo rendere la squadre”.
Quale squadra è curioso di vedere durante questo campionato?
“L’Atalanta. Dovrà consolidare quanto di buono fatto fin adesso”.
È un anno importante per l’Inter: può davvero vincere il campionato?
“Vincere non è mai facile. Ma l’Inter dovrà lottare ad armi pari con la Juve. Dipenderà anche dal mercato. La scorsa stagione si è conclusa con un divario. Conte avrà la possibilità di usufruire di un anno di lavoro già alle spalle”.
E lei, perché non è andato alla Juve con Pirlo?
“Abbiamo parlato, ma parlare non significa fare. Ero ancora sotto contratto con il Genoa, dovevo risolvere”.
C’è chi definisce Pirlo un predestinato.
“Predestinato lo ha definito la società che lo ha scelto. E chi meglio di chi lo conosce può dare un giudizio? Solo il campo dirà se sarà un azzardo oppure una situazione positiva”.
Come lo ha sentito quando le ha proposto di lavorare con lui?
“Ha una grande opportunità, è oltremodo carico e l’ho sentito con le idee chiare. Poi idee e propositi devono essere trasformati in campo e questa è la cosa più difficile da fare”.
Sarebbe stato strano vederla al fianco di un altro allenatore...
“Ognuno di noi se è chiamato a svolgere un lavoro è importante che sappia farlo ai massimi livelli. Poi non deve necessariamente essere in prima persona. Si può anche fare un lavoro apparentemente in secondo piano. E farlo alla Juve non è niente male. Se sei chiamato a fare il collaboratore è un ruolo di secondo piano, se devi fare il supporto a chi ha appena cominciato è un lavoro di primo piano. Per quanto mi riguarda l’ho presa come una situazione positiva, ma non è stato possibile portarla in fondo. E non mi dispiace: mi guardo intorno, se avrò la possibilità e voglia di continuare potrò farlo. Non sono uno che deve fare carriera”.
Cosa le è mancato al Genoa?
“Il tempo. Svolgiamo un ruolo che è talmente delicato e bisognoso di tempo per poter essere messo a punto che se non ti viene dato non puoi esprimerti. Poi possono anche essere commessi degli errori. Può anche darsi che una squadra non sia stata realizzata come era stata pensata. Sono stato esonerato il 21 ottobre dopo due mesi proficui. Anche Thiago Motta che tempo ha avuto per mettere in campo le sue idee? Ne ha giovato Nicola che a gennaio la squadra è stata ritoccata e si è salvata l’ultima giornata”.
Già, l’ultima giornata. Proprio come l’anno prima, quando lei allenava l’Empoli.
“A Empoli mi hanno esonerato il 5 novembre con un squadra che non stava giocando a calcio ma cantava. Giocavamo un calcio meraviglioso. E quando sono tornato abbiamo ripreso da dove abbiamo lasciato facendo molto bene. Ma anche lì c’è stato tolto il tempo...”
Chi invece ha dato tempo all’allenatore è stato lo Spezia. E Italiano oggi è in Serie A con merito.
“Se non gli avessero dato fiducia non avrebbe centrato un risultato in pompa magna. E se avessero cambiato non avrebbero ottenuto il risultato che hanno portato a casa. Italiano ha alle spalle delle promozioni, è una perla di cui si può vantare. Non è semplice ottenere questi risultati, che non sono arrivati per caso. E le società gli hanno dato tempo”.
Stasera c’è Samp-Juve. Da una parte l’esperienza di Ranieri, dall’altra la novità Pirlo.
“Si affrontano le squadre, non gli allenatori. In genere sono i calciatori che fanno la differenza. L’allenatore può fare casino non facendo rendere la squadre”.
Quale squadra è curioso di vedere durante questo campionato?
“L’Atalanta. Dovrà consolidare quanto di buono fatto fin adesso”.
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