
D'Amico, Tare, Paratici e il cortocircuito da cui Giorgio Furlani non riesce a uscire
Questa mattina in occasione della presentazione del nuovo sponsor tecnico l'amministratore delegato dell'Atalanta Luca Percassi ha escluso la possibilità che il Direttore Sportivo Tony D'Amico possa lasciare la Dea a fine stagione per accasarsi al Milan: "Al di là dell’interesse vero o presunto di altri club, lui avrà l'enorme compito anche l’anno prossimo di creare un’Atalanta competitiva. Noi siamo contenti di lui, lui è contento di noi e avrà una grande responsabilità. Ci mancano ancora 4 partite e adesso siamo concentrati su questo finale di stagione e andiamo avanti". Se quindi con Gasperini ci si siederà attorno a un tavolo a Champions acquisita per discutere il da farsi, con D'Amico l'Atalanta non ha intenzione di mollare. Forte di altri due anni di contratto.
Non una buona notizie per il Milan, per quel Giorgio Furlani che aveva nel dirigente nerazzurro l'uomo ideale da inserire in un organigramma difficile da supportare e gestire viste le tante, troppe teste pensanti che vogliono avere l'ultima parola. D'Amico era probabilmente l'identikit che metteva d'accordo tutti e queste dichiarazioni riportano al punto di partenza una società che da circa due mesi sta pubblicamente cercando il nuovo Direttore Sportivo senza però arrivare a una soluzione.
Fabio Paratici era il prescelto di Cardinale, ma la sua squalifica fino a luglio inoltrato ha precluso alla possibilità di arrivare a un immediato accordo nonostante i recenti nuovi contatti. Igli Tare era la figura giusta individuata da Zlatan Ibrahimovic ma piace molto meno a Furlani che dopo un paio di colloqui faccia a faccia non ha affondato il colpo. Ora le parole di Percassi su D'Amico che salvo clamorosi colpi di scena chiudono definitivamente le porte a un'altra possibilità.
Per un motivo o per un altro, il Milan non riesce a inserire un Direttore Sportivo nell'organigramma e per questo motivo nelle ultime ore s'è fatta largo anche la possibilità che si vada avanti così, con gli attuali dirigenti. Come se negli ultimi due mesi nulla fosse accaduto. Un cortocircuito che spiega bene la confusione che da troppi mesi regna nel Milan.
Non una buona notizie per il Milan, per quel Giorgio Furlani che aveva nel dirigente nerazzurro l'uomo ideale da inserire in un organigramma difficile da supportare e gestire viste le tante, troppe teste pensanti che vogliono avere l'ultima parola. D'Amico era probabilmente l'identikit che metteva d'accordo tutti e queste dichiarazioni riportano al punto di partenza una società che da circa due mesi sta pubblicamente cercando il nuovo Direttore Sportivo senza però arrivare a una soluzione.
Fabio Paratici era il prescelto di Cardinale, ma la sua squalifica fino a luglio inoltrato ha precluso alla possibilità di arrivare a un immediato accordo nonostante i recenti nuovi contatti. Igli Tare era la figura giusta individuata da Zlatan Ibrahimovic ma piace molto meno a Furlani che dopo un paio di colloqui faccia a faccia non ha affondato il colpo. Ora le parole di Percassi su D'Amico che salvo clamorosi colpi di scena chiudono definitivamente le porte a un'altra possibilità.
Per un motivo o per un altro, il Milan non riesce a inserire un Direttore Sportivo nell'organigramma e per questo motivo nelle ultime ore s'è fatta largo anche la possibilità che si vada avanti così, con gli attuali dirigenti. Come se negli ultimi due mesi nulla fosse accaduto. Un cortocircuito che spiega bene la confusione che da troppi mesi regna nel Milan.
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