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Cagliari: adesso si fa sul serio, arriva il Campionato
È un calcio da mandare giù, sperando che ti tiri su.
Non sono amichevoli, non è Coppa Italia, è campionato che inizia con la capitale, la Roma, squadra a sua volta in costruzione ma con materiale tecnico certamente diverso. Il Cagliari dovrà capirne il gusto, riuscire a reggerlo e magari apprezzare un esordio che ha caratteristiche strane, quattro delle prime cinque partite in casa, quattro delle prime sei, potenziali scontri diretti.
Non c’è un concetto assoluto dell’essere pronti: sei pronto nel confronto con l’avversario che in questa prima frase è pronto quanto te. Pensare al valore assoluto delle squadre concorrenti è un errore perché tutte stanno lavorando per costruire l’assetto giusto, molte, ancora operando sul mercato. Essere pronti vuol dire non stare dietro al livello medio in questa avvio del torneo e contro la Roma, la prima, non è un esame, è semplicemente una difficile verifica. Mente sgombra e serenità saranno caratteristiche importanti quanto la freschezza atletica e l’attenzione. Un quadrilatero di qualità dentro il quale c’è il cantiere di Davide Nicola che sa di non poter chiedere il gioco e gli automatismi migliori ma pretende che attenzione e determinazione siano al massimo, proprio perché si deve compensare alle lacune del periodo.
È questa quindi la parte di campionato dove arrivano le cosiddette sorprese. Lo sono nella misura in cui si pretende di misurare le squadre sulla base del potenziale individuale, dimenticando che per essere squadra c’è bisogno di creare relazioni. La differenza la fa molto spesso proprio la disponibilità ad aiutarsi, ad uscire dal semplice concetto di gruppo, per fare valere altre qualità che in questo momento sostengono il cantiere. Saranno le impalcature a fare la differenza e quella del Cagliari può contare su qualche aggancio in più. Giocatori che fanno telaio, Lupertocon Marin ad esempio, integrati in quel che rimane del Cagliari della scorsa stagione, potenziato da giovani scaltri e ambiziosi, Piccoli in testa.
Insomma l’aroma del campionato è ancora da apprezzare e sarà il retrogusto a dirci del valore del lavoro finora svolto, non solo tecnica e atletica, ma anche cuore e mentalità. Su questo fronte il Cagliari potrà contare su uno straordinario e vincente mental coach, i tifosi dell’Unipol Domus. Se la motivazione non si coglie da uno stadio pieno anche in pieno agosto, allora sì che c’è da preoccuparsi. Altrimenti basta ricordare che è solo l’inizio di un percorso
Non sono amichevoli, non è Coppa Italia, è campionato che inizia con la capitale, la Roma, squadra a sua volta in costruzione ma con materiale tecnico certamente diverso. Il Cagliari dovrà capirne il gusto, riuscire a reggerlo e magari apprezzare un esordio che ha caratteristiche strane, quattro delle prime cinque partite in casa, quattro delle prime sei, potenziali scontri diretti.
Non c’è un concetto assoluto dell’essere pronti: sei pronto nel confronto con l’avversario che in questa prima frase è pronto quanto te. Pensare al valore assoluto delle squadre concorrenti è un errore perché tutte stanno lavorando per costruire l’assetto giusto, molte, ancora operando sul mercato. Essere pronti vuol dire non stare dietro al livello medio in questa avvio del torneo e contro la Roma, la prima, non è un esame, è semplicemente una difficile verifica. Mente sgombra e serenità saranno caratteristiche importanti quanto la freschezza atletica e l’attenzione. Un quadrilatero di qualità dentro il quale c’è il cantiere di Davide Nicola che sa di non poter chiedere il gioco e gli automatismi migliori ma pretende che attenzione e determinazione siano al massimo, proprio perché si deve compensare alle lacune del periodo.
È questa quindi la parte di campionato dove arrivano le cosiddette sorprese. Lo sono nella misura in cui si pretende di misurare le squadre sulla base del potenziale individuale, dimenticando che per essere squadra c’è bisogno di creare relazioni. La differenza la fa molto spesso proprio la disponibilità ad aiutarsi, ad uscire dal semplice concetto di gruppo, per fare valere altre qualità che in questo momento sostengono il cantiere. Saranno le impalcature a fare la differenza e quella del Cagliari può contare su qualche aggancio in più. Giocatori che fanno telaio, Lupertocon Marin ad esempio, integrati in quel che rimane del Cagliari della scorsa stagione, potenziato da giovani scaltri e ambiziosi, Piccoli in testa.
Insomma l’aroma del campionato è ancora da apprezzare e sarà il retrogusto a dirci del valore del lavoro finora svolto, non solo tecnica e atletica, ma anche cuore e mentalità. Su questo fronte il Cagliari potrà contare su uno straordinario e vincente mental coach, i tifosi dell’Unipol Domus. Se la motivazione non si coglie da uno stadio pieno anche in pieno agosto, allora sì che c’è da preoccuparsi. Altrimenti basta ricordare che è solo l’inizio di un percorso
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