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Dalla semifinale Champions in giù: a Cagliari un'altra scommessa persa per Di Francesco?
L’impresa sfiorata e poi un lento declino. Il 4-2 al Liverpool in semifinale di Champions League resta l’apice della carriera di Eusebio Di Francesco: a maggio 2018, l’allora allenatore della Roma aveva trascinato i giallorossi a un passo dall’impresa e dall’ultimo atto della massima competizione continentale. Di più era difficile, praticamente impossibile, chiedergli: un piccolo capolavoro. Oggi, lo stesso Di Francesco è arrivato a cinque sconfitte consecutive in campionato (sei se si considera anche la Coppa Italia) col Cagliari, terzultimo in classifica di Serie A e in piena crisi. Di gioco e di risultati. Può risollevarlo? Gli restano 90 minuti per provare a farlo, perché se i sardi non cambieranno marcia contro l’ottimo Genoa è difficile pensare che possano non cambiare allenatore. E il tecnico pescarese è sul ciglio del secondo passo falso in carriera, dopo quello con la Sampdoria.
Un’altra scommessa persa? A posteriori, la scelta di andare in Liguria è stata decisamente sfortunata. Dopo la quasi impresa coi Reds, DiFra ha vissuto un’altra stagione a Roma, chiusa con l’eliminazione europea contro il Porto e fatta di tantissime cose, tra cui parecchia sfortuna. Salutata la Capitale, si è rimesso in gioco praticamente subito. A Genova, è andato via dopo sei sconfitte in otto partite, media di 0,43 punti a gara in Serie A. In Sardegna, rischia di fare il paio, e di non rilanciare una carriera che sembrava viaggiare verso le alte sfere del calcio: per ora, i punti sono 0,78 a partita in Serie. I rossoblù, dodici gol subiti e cinque fatti nelle ultime cinque gare, non vincono dal 7 novembre contro la Sampdoria. Il destino è beffardo.
Due avventure diverse. Perché il flop Samp era sfortunato non soltanto col senno di poi, ma anche con quello di prima. Già nel pre-campionato erano emersi i potenziali dubbi sulla scelta fatta, e un mercato non propriamente adeguato alle esigenze e alle caratteristiche del tecnico avevano fatto presagire l’inevitabile, poi puntualmente verificatosi. A Cagliari, la storia è molto diversa: la società del presidente Giulini gli ha messo a disposizione una rosa sontuosa, con innesti adeguati e anche un certo interventismo sul mercato (basti pensare a Duncan, uno dei pochi colpi di questa sessione invernale). Il Cagliari ha trattenuto gioielli come Cragno, Nandez, Joao Pedro; ha riportato a casa Nainggolan e messo in fila innesti come Godin, Marin, Ounas e Sottil. Ha una rosa profonda e, seppur con qualche infortunio di troppo (ma è la storia di tutti in questo campionato), competitiva. Di più: adatta al calcio di Di Francesco, cioè quel che la Samp non era. Così, se in blucerchiato il fallimento è stato di tutti, a Cagliari avrebbe un sapore decisamente diverso. Di Francesco ha tempo per cambiare il verso di quest’avventura. Non tantissimo.
Un’altra scommessa persa? A posteriori, la scelta di andare in Liguria è stata decisamente sfortunata. Dopo la quasi impresa coi Reds, DiFra ha vissuto un’altra stagione a Roma, chiusa con l’eliminazione europea contro il Porto e fatta di tantissime cose, tra cui parecchia sfortuna. Salutata la Capitale, si è rimesso in gioco praticamente subito. A Genova, è andato via dopo sei sconfitte in otto partite, media di 0,43 punti a gara in Serie A. In Sardegna, rischia di fare il paio, e di non rilanciare una carriera che sembrava viaggiare verso le alte sfere del calcio: per ora, i punti sono 0,78 a partita in Serie. I rossoblù, dodici gol subiti e cinque fatti nelle ultime cinque gare, non vincono dal 7 novembre contro la Sampdoria. Il destino è beffardo.
Due avventure diverse. Perché il flop Samp era sfortunato non soltanto col senno di poi, ma anche con quello di prima. Già nel pre-campionato erano emersi i potenziali dubbi sulla scelta fatta, e un mercato non propriamente adeguato alle esigenze e alle caratteristiche del tecnico avevano fatto presagire l’inevitabile, poi puntualmente verificatosi. A Cagliari, la storia è molto diversa: la società del presidente Giulini gli ha messo a disposizione una rosa sontuosa, con innesti adeguati e anche un certo interventismo sul mercato (basti pensare a Duncan, uno dei pochi colpi di questa sessione invernale). Il Cagliari ha trattenuto gioielli come Cragno, Nandez, Joao Pedro; ha riportato a casa Nainggolan e messo in fila innesti come Godin, Marin, Ounas e Sottil. Ha una rosa profonda e, seppur con qualche infortunio di troppo (ma è la storia di tutti in questo campionato), competitiva. Di più: adatta al calcio di Di Francesco, cioè quel che la Samp non era. Così, se in blucerchiato il fallimento è stato di tutti, a Cagliari avrebbe un sapore decisamente diverso. Di Francesco ha tempo per cambiare il verso di quest’avventura. Non tantissimo.
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