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Davran (Fanatik): "Istanbul è pronta per la finale. Non siamo mica la Francia…"
Due anni dopo, la finale di Champions League arriva a Istanbul. La metropoli turca è pronta ad accogliere la grande sfida tra Manchester City e Inter? Ne abbiamo parlato con Cagri Davran, giornalista turco di Fanatik: "A dire il vero, siamo sempre stati pronti per la finale. Ma è successo qualcosa e la UEFA ha tolto le finali alla Turchia per due volte consecutive. Siamo il primo Paese a ospitare tre finali di Champions League: sia la città che l'Atatürk Olympic Stadium sono pronti per la finale".
Che stadio dobbiamo aspettarci?
"Un grande stadio e un campo fantastico. È molto moderno, gli italiani ricorderanno la finale del 2005. Forse è stata la migliore, la più emozionante di sempre".
Ci sono preoccupazioni sulla presenza di hooligans?
"In Turchia non abbiamo ultras come in altre parti d'Europa. Non faccio nomi, ma capirà a cosa mi riferisco. Ho seguito dal vivo la finale del 2019 (a Madrid, ndr) e abbiamo visto l'anno scorso cosa è successo a Parigi".
Ecco, a proposito. C'è il rischio di un caos di quella portata?
"Penso che siamo un Paese molto organizzato. Poi le persone buone e quelle cattive esistono da tutte le parti, è difficile individuarle prima che facciano qualcosa. Ma penso che la Turchia possa offrire una grande organizzazione".
Per chi tiferanno gli appassionati turchi?
"Non credo ce ne saranno molti allo stadio, considerato che i biglietti non sono propriamente economici. Ricordo la Supercoppa tra Chelsea e Liverpool, al Vodafone Park: c'erano dei tifosi turchi, ma per lo più erano arabi, siriani, qatarioti".
Da giornalista sportivo, che ti aspetti dalla partita? "Il calcio è uno sport diverso da tutti gli altri. Se nel basket giochi con Michael Jordan, Kobe Bryant e Shaquille O'Neall vinci. Ma il calcio è diverso, lo abbiamo visto l'anno scorso col Real Madrid. Sulla carta, il Manchester City ha tutto per vincere, ma di fronte c'è l'Inter. Tutti devono stare attenti, quando giocano contro una squadra italiana. Non sarebbe la prima volta che venite considerati sfavoriti e alla fine vincete: penso al 2006, al triplets del 2010, a Euro 2020. Fosse andata e ritorno, direi cento volte City. Ma in gara secca non è così: il City è favorito, ma non vado oltre un 60 per cento. Attaccherà, ma l'Inter non si arrende mai, sa come difendere e anche come contrattaccare".
Che stadio dobbiamo aspettarci?
"Un grande stadio e un campo fantastico. È molto moderno, gli italiani ricorderanno la finale del 2005. Forse è stata la migliore, la più emozionante di sempre".
Ci sono preoccupazioni sulla presenza di hooligans?
"In Turchia non abbiamo ultras come in altre parti d'Europa. Non faccio nomi, ma capirà a cosa mi riferisco. Ho seguito dal vivo la finale del 2019 (a Madrid, ndr) e abbiamo visto l'anno scorso cosa è successo a Parigi".
Ecco, a proposito. C'è il rischio di un caos di quella portata?
"Penso che siamo un Paese molto organizzato. Poi le persone buone e quelle cattive esistono da tutte le parti, è difficile individuarle prima che facciano qualcosa. Ma penso che la Turchia possa offrire una grande organizzazione".
Per chi tiferanno gli appassionati turchi?
"Non credo ce ne saranno molti allo stadio, considerato che i biglietti non sono propriamente economici. Ricordo la Supercoppa tra Chelsea e Liverpool, al Vodafone Park: c'erano dei tifosi turchi, ma per lo più erano arabi, siriani, qatarioti".
Da giornalista sportivo, che ti aspetti dalla partita? "Il calcio è uno sport diverso da tutti gli altri. Se nel basket giochi con Michael Jordan, Kobe Bryant e Shaquille O'Neall vinci. Ma il calcio è diverso, lo abbiamo visto l'anno scorso col Real Madrid. Sulla carta, il Manchester City ha tutto per vincere, ma di fronte c'è l'Inter. Tutti devono stare attenti, quando giocano contro una squadra italiana. Non sarebbe la prima volta che venite considerati sfavoriti e alla fine vincete: penso al 2006, al triplets del 2010, a Euro 2020. Fosse andata e ritorno, direi cento volte City. Ma in gara secca non è così: il City è favorito, ma non vado oltre un 60 per cento. Attaccherà, ma l'Inter non si arrende mai, sa come difendere e anche come contrattaccare".
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