
Spagna, Morata è un capitano sempre presente ma ai margini della Nazionale
"Vengo in Nazionale anche solo per portare il materiale o aiutare l 'ufficio stampa. È ciò che mi rende più felice". La frase di Alvaro Morata in conferenza stampa prima della sfida contro la Bulgaria ha assunto un peso particolare dopo la partita: il capitano spagnolo non è sceso in campo nonostante il punteggio fosse già in cassaforte all'intervallo. Si è riscaldato per quasi tutta la ripresa, vedendo entrare Carvajal, Rodri, Dani Olmo e, infine, il debuttante Jesús Rodríguez, prima di tornare a sedersi in panchina.
Da quando Luis de la Fuente lo ha relegato ai margini, Morata ha giocato soltanto 10 minuti su 420 disponibili nelle ultime quattro partite di Nations League, inclusa la finale contro il Portogallo, dove ha sbagliato il rigore decisivo. Un calo evidente rispetto al ruolo di protagonista avuto fino all’Europeo. In Nazionale dal 2013, Morata non aveva mai vissuto un periodo simile. Ha affrontato esclusioni e delusioni, come la mancata convocazione per i Mondiali in Russia, ma quattro panchine consecutive segnano un dato storico. La concorrenza nel ruolo di centravanti è elevata: Oyarzabal guida la corsa con 17 gol, ma ci sono anche Ferran Torres, Samu, Ayoze e Olmo.
Morata affronta ora un mese cruciale: il cammino in Serie A con il Como sarà determinante per il suo futuro in Nazionale. De la Fuente punta ancora su di lui, ma al momento i numeri parlano chiaro: il capitano è presente, ma non è più centrale nel progetto della Roja.
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