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Empoli, Parisi: "Stagione da 8 e mezzo. Felicissimo per il primo gol in A contro il Lecce"
Intervista sui canali di 'Cronache di Spogliatoio' per Fabiano Parisi, terzino dell'Empoli, che ha raccontato, non solo, la stagione dei toscani ma anche alcuni aneddoti sulla propria carriera:
Contento di questa stagione?
"Beh dire! Un 8 e mezzo glielo do! Salvarsi per l'Empoli non è mai scontato. Personalmente mi sono tolto tante soddisfazioni: il primo gol in Serie A lo volevo da tanto tempo e segnarlo contro il Lecce è stato proprio un segno del destino".
Perchè?
"Avevo giocato altre due volte contro di loro e mi ero sempre infortunato. Finalmente sono stato ripagato".
Hai dedicato quel gol a qualcuno?
"A mio padre che è scomparso a settembre 2021. Il numero di maglia che indosso, il 65, è il suo anno di nascita. È grazie a lui se sono arrivato dove sono oggi".
Ma è vero che sei un musicista?
"Fin da piccolo ho sempre suonato il pianoforte, poi alle medie ho scelto l'indirizzo musicale. Dopo mi sono innamorato dell'oboe e ho studiano un anno al Conservatorio. L'oboe è uno strumento complesso, ci vuole tanto fiato... Per fortuna a me non manca. La musica è importante anche per il calcio, mi dà ritmo in campo e suonare a casa mi rilassa".
Quando eri in D hi apensato di smettere con il calcio per dedicarti alla musica?
"Smettere no, perché il calcio è sempre stata la cosa più importante della mia vita. Però in quel periodo studiavo al Conservatorio e dovevo scegliere tra musica e calcio, quindi è subentrata un po' d'indecisione".
Contento di questa stagione?
"Beh dire! Un 8 e mezzo glielo do! Salvarsi per l'Empoli non è mai scontato. Personalmente mi sono tolto tante soddisfazioni: il primo gol in Serie A lo volevo da tanto tempo e segnarlo contro il Lecce è stato proprio un segno del destino".
Perchè?
"Avevo giocato altre due volte contro di loro e mi ero sempre infortunato. Finalmente sono stato ripagato".
Hai dedicato quel gol a qualcuno?
"A mio padre che è scomparso a settembre 2021. Il numero di maglia che indosso, il 65, è il suo anno di nascita. È grazie a lui se sono arrivato dove sono oggi".
Ma è vero che sei un musicista?
"Fin da piccolo ho sempre suonato il pianoforte, poi alle medie ho scelto l'indirizzo musicale. Dopo mi sono innamorato dell'oboe e ho studiano un anno al Conservatorio. L'oboe è uno strumento complesso, ci vuole tanto fiato... Per fortuna a me non manca. La musica è importante anche per il calcio, mi dà ritmo in campo e suonare a casa mi rilassa".
Quando eri in D hi apensato di smettere con il calcio per dedicarti alla musica?
"Smettere no, perché il calcio è sempre stata la cosa più importante della mia vita. Però in quel periodo studiavo al Conservatorio e dovevo scegliere tra musica e calcio, quindi è subentrata un po' d'indecisione".
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