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APPLAUSI A CHIELLINI: SÌ O NO? CHIELLINI E MALDINI NON È LA STESSA COSA, PERCIÒ NIENTE RICATTI MORALITUTTO mercato WEB
venerdì 20 maggio 2022, 11:23L'opinione
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

APPLAUSI A CHIELLINI: SÌ O NO? CHIELLINI E MALDINI NON È LA STESSA COSA, PERCIÒ NIENTE RICATTI MORALI

Per il commento dell’ultima uscita viola a Genova caduta nel famigerato giorno dello ‘ scudetto rubato’ ( 16 maggio 1982), ci affidiamo ad un’aforisma trovato sui social viola nelle ore immediatamente successive al match di Marassi: '40 anni fa meglio secondi che ladri, oggi meglio che stia zitto’. Del resto un bel tacer non fu mai scritto, disse il poeta veneziano Iacopo Badoer. Ma continuando nel giochino delle citazioni, arriviamo al punto odierno: Acta est fabula, plaudite! Era il detto di Lucio Anneo Seneca, a fargli da contrappunto furono i  92 minuti di applausi che accolsero la frase del ragionier Ugo Fantozzi: ‘per me la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca’.

Il tema naturalmente sono gli applausi, da tributare o meno, al giocatore bianconero Giorgio Chiellini che in occasione della gara di domani tra Fiorentina e Juventus al Franchi, disputerà la sua ultima partita con la Juve. Gli sportivi viola non sarebbero particolarmente inclini a tributare omaggi ad un avversario per giunta juventino, perciò taluni, particolari sostenitori del fair play, onde spingere il popolo viola all’applauso, vorrebbero instillare nell’ambiente gigliato una sorta di senso di colpa, ricordando gli applausi ed il tributo di rispetto che lo stadio di Firenze riservò, in un’occasione analoga, ad un altro avversario e calciatore di lungo corso che smetteva, il milanista Paolo Maldini: ‘ma come avete applaudito Maldini - dice qualcuno con velleità di arbiter elegantiarum - e non applaudite Chiellini?’.

Eppure, il sillogismo è farlocco e non torna, perché si potrà applaudire o no Chiellini, ma fare un tributo a Chiellini o a Maldini non è la stessa cosa, sebbene le carriere dei due siano di quelle importanti e dai numeri corposi, viste le 647 presenze rossonere e 126 azzurre di Maldini e le 424 bianconere e 116 azzurre di Chiellini. Paolo Maldini fu un atleta mai chiacchierato fuori dal campo, mai sopra le righe o frignone, anche dopo la carriera da calciatore,  non si è limitato  ad un ruolo comodo di  bandiera del Milan, ma ha atteso gli fosse affidato  un ruolo operativo nella società rossonera. Ruolo che sta svolgendo peraltro con ottimi risultati, personali e di squadra, non a caso il club meneghino è a un sol punto dallo scudetto.

In campo poi Maldini è stato il miglior terzino sinistro del suo tempo:  elegante e  pulito su pallone e avversario. Bel prodotto sportivo  di una famiglia tutta  dedita allo sport e ai suoi valori più autentici. Per tutto questo fu applaudito dal Franchi.

Di altra pasta e spessore è Giorgio Chiellini. Lo juventino che in un tempo ormai lontano fu persino viola con le sue 37 presenze gigliate nella stagione 2003/2004, chissà se poi tutti lo ricordano: nell’anno della Fiorentina in B, Chiellini giocava nel Livorno da esterno sinistro e nelle partite con la Fiorentina colpì gli occhi dei dirigenti gigliati, su tutti il Dg Lucchesi, che lo trattarono con la Juve ottenendo la comproprietà di un terzetto che non ebbe poi soverchie fortune: Miccoli, Maresca e appunto Chiellini.

L’anno dopo arrivò Corvino che si sarebbe anche tenuto il giovanotto, ma la Juve aveva la clausola di riscatto e si riprese Chiellini, per gli altri l’esborso richiesto era troppo oneroso. A parte questo inciso che determinò il destino bianconero del livornese divenuto poi un ottimo centrale, va detto che  umanamente parlando il difensore bianconero è persona di ottimo spessore, sia per il suo livello culturale, rarissimo nel mondo del calcio, spiccano infatti le  due lauree conseguite con ottima votazione nel pieno della carriera sportiva, sia per la sensibilità che mostrò nel ricordare con affetto il viola Astori, scomparso tragicamente.

Tuttavia allo stadio non si chiede di applaudire tanto l’uomo, il quale come abbiamo visto è persona per bene, bensì lo sportivo, il calciatore. Ecco, come calciatore Chiellini si è comportato diversamente. In questo ‘ stile’ rivelandosi opposto al Paolo Maldini di cui abbiamo parlato. Che poi intendiamoci, di calciatori  juventini encomiabili dal lato sportivo e da quello umano ve n’è stati più di uno:  su tutti nominiamo Gaetano Scirea, ma non solo perché morì prematuramente, ma perché in campo, con la maglia a strisce o con quella azzurra, fu un esempio di valore sportivo genuino.

A seguire ci sovvengono uomini ( sostantivo che non s’usa a caso)  quali Dino Zoff, un signore  che al culmine dello sdegno, quando allenava la Fiorentina, e da questa, in stile gestione marchigiana, fu poi trattato e giubilato coi piedi, lui che al massimo dello sdegno, dicevamo, per i torti arbitrali subiti con la doppia espulsione contro la Sampdoria nei primi otto minuti (Bojinov e Delli Carri), uscì con una frase macigno, ma non eccessiva o volgare come: ‘ ho cattivi pensieri’. E ancora Paolo Rossi, compianto bomber dei Mondiali ’82, il Pablito sogno incarnato di un’intera generazione di italiani.

Ed infine, citando giocatori più recenti, a Firenze si sa bene di che pasta umana e sportiva fossero fatti due juventini doc e poi viola altrettanto doc, quali Moreno Torricelli e Angelo Di Livio (un altro trattato con maleducazione e scarsa riconoscenza dalla precedente proprietà viola). Tutto ciò per dire che applaudire o meno Chiellini  non è questione di colori e di maglia, ma questione di atleti. Poi si potrà applaudire, del resto nessuna critica va fatta a chi decidesse di essere signore oltre modo, come si potrà restare indifferenti o fischiare, chi paga un biglietto ha persino questo diritto, senza incappare in particolari critiche. Ma niente ricattucci morali per favore.