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PRIMA NOTTE EUROPEA DOPO UN LUSTRO: IL BABAU NON È BRUTTO COME LO DIPINGEVANO, MA LA SFIDA SEPPUR VINTA, CERTIFICA LE CARENZE DELLA FIORENTINA
venerdì 19 agosto 2022, 11:05L'opinione
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

PRIMA NOTTE EUROPEA DOPO UN LUSTRO: IL BABAU NON È BRUTTO COME LO DIPINGEVANO, MA LA SFIDA SEPPUR VINTA, CERTIFICA LE CARENZE DELLA FIORENTINA

L’ultima volta fu nel febbraio 2017 contro il BorussiaMonchengladbach, quando i viola persero 4-2, c’era anche il povero Davide Astori.

Il ritorno in Europa al Franchi è avvenuto ieri dopo 2002 giorni.

Duemila giorni fa, ma un’altra era geologica: quando un’epidemia virale mondiale era al massimo una prospettiva romanzesca di un libro di Stephen King, e neppure dei migliori, quando la guerra vicino a casa era al massimo un’ipotesi remota da cinema distopico ed evocava il ricordo di interrogazioni a scuola su invasioni, bombardamenti, occupazioni di città europee.

Eravamo altri, di cuore e di testa, ma eccoci qui, sotto il nubifragio che s’abbatte sul Franchi, illuminati dalla luce liquida dei riflettori dello stadio.

Eccoci, con la Fiorentina che incontra gli olandesi del Twente. Che fossero pericolosi ce l’eravamo ripetuto fino allo sfinimento da giorni e giorni, gli olandesi più in forma dei viola e blasonati quanto i viola, gli olandesi la peggiore squadra da pescare nell’urna.

Il Twente aveva assunto la forma sinistra del Babau, il mostro delle favole per bambini.

Poi pronti via, s’accendono i riflettori sul campo e le squadre scendono sul terreno, Italiano se la rischia e alla cattiva sorte che oltre a Igor gli porta via Bonaventura all’ultimo tuffo, risponde con Nastasic, che non gioca da febbraio una gara da titolare, riesumato al posto di Quarta, a questo punto sulla via della definitiva bocciatura, davanti fiducia e spazio ad Arturone Cabral.

Le scelte ancorchè azzardate dell’allenatore, si rivelano indovinate, perché i viola sfoderano un ottimo primo tempo che li vede andare in doppio vantaggio, Gonzalez di testa, dopo un bel lavoro di Sottil e Biraghi, poi Cabral, sempre su assist di Sottil( ancora una volta migliore in campo).

Il babau Twente sembra esorcizzato, ma un po’ la Fiorentina non affonda il colpo, peccando di scarsa cattiveria e carenza di qualità, un po’ gli olandesi vengono fuori alla distanza mercè la loro migliore condizione fisica: la ripresa racconta quindi una Fiorentina poco pericolosa ed un Twente che accorcia le distanze con un gol dubbio (ma non c’è la Var a determinarlo o meno).

L’esito del play off resta perciò aperto in vista della partita di ritorno in Olanda.

Il 2 a 1 in favore viola di ieri certifica in primis che il Twente è certamente squadra insidiosa, ma battibile.

Dipoi che la squadra viola ha buoni valori, ma che le mancano alcuni elementi decisivi, strutturali, essenziali, basilari.

Le manca si badi bene, non la ciliegina sulla torta, ma, giocando con la metafora pasticcera, il pan di spagna, la crema, la panna, la cioccolata (se ci riferiamo alla Sacher torte).

Insomma un centrocampista di qualità che funga da mezzala o nel caso da trequarti, del resto il ruolo di chi dà la qualità in mezzo al campo non può essere affidato al solo Bonaventura, che talvolta mancherà, come ieri.

E anche un difensore centrale affidabile come rincalzo dei titolari, visto che Quarta a questo punto non gode della fiducia del tecnico e Nastasic non è un fenomeno.

Joe Barone stuzzicato sul mercato ha risposto, giusto ieri, che la società ‘è pronta ad intervenire al bisogno’.

Ecco, il bisogno sembra esserci, così è, se vi pare.