
C'è ancora speranza: la Fiorentina a Udine per evitare di essere 'cancellata' dall'Europa. Ma la Lazio non si scanserà
La macedonia di partite della domenica sera ad alcuni avrà suscitato nostalgia per i tempi che furono, con le partite tutte alla stessa ora, il panino con la salamelle e il totocalcio da strappare; ad altri avrà dato alla testa, effetto nausea per tutte le combinazioni, scritte e poi cambiate in corso, di una classifica che continuava a cambiare come un kaleidoscopio da mercatino. Anticipazione di quanto succederà nell'ultimo weekend pallonaro: ancora una volta, tutte (o quasi) in campo insieme, a eccezione di Napoli-Cagliari e Como-Inter - venerdì sera si deciderà lo Scudetto, forse- e di Bologna-Genoa e Milan-Monza, sfide che non contano nulla, in programma il sabato. Ma è domenica sera che ci dovremo ributtare nel groviglio di combinazioni e classifiche avulse. La speranza, per i colori viola, è di uscirne con in mano un'altra, l'ennesima, qualificazione alla Conference: è rimasto solo quella. Sarebbe la quarta consecutiva, forse la più randomica, più di quella ottenuta in piena estate per la squalifica della Juventus. E probabilmente la meno voluta, perché dopo tre piatti tutti uguali, un po' insipidi e certo non da tre stelle Michelin, Firenze ha fatto capire di volere di meglio.
Solo che di meglio al momento non c'è: e quindi, per ritirar fuori un vecchio detto popolare, o questa minestra, o la finestra. La defenestrazione dall'Europa significherebbe un colpo, in negativo, per tutti. Perché, lo insegnano le parabole di Eintracht Francoforte o Bodo/Glimt, club che grazie alle recenti campagne europee si sono riposizionate nella mappa del calcio internazionale, conta soprattutto esserci. Magari qualcuno si tapperà il naso, ma l'unico modo per dare un senso all'annata corrente è ritornare a giocare il prossimo anno il giovedì sera. Lo sa la Fiorentina, ma lo sa anche la Lazio. Anche dalle parti di Formello l'ipotesi Conference non scalda in tanti, ma la società biancoceleste ha promesso battaglia per l'ultima in casa. La situazione è chiara, Lazio sesta a 65, Fiorentina settima a 62, una posizione che, con l'ottavo posto del Bologna (già qualificato in Europa League in quanto vincitrice della Coppa Italia) non servirebbe a niente.
E allora l'unico futuro possibile in cui la Fiorentina può tornare a sentire la musichetta del giovedì sera è quello che prevede la sconfitta della Lazio in casa contro un Lecce assetato di punti salvezza (se finisse così il campionato i salentini, a 31 punti al pari dell'Empoli terzultimo, si giocherebbero un drammatico spareggio salvezza coi toscani) e la contemporanea vittoria dei viola a Udine: Fiorentina 65, Lazio 65 e viola in Conference in virtù degli scontri diretti favorevoli. Le possibilità rimangono poche: perché Raffaele Palladino e i suoi non dipendono più da loro, ma da un risultato negativo della Lazio, che anche in caso di pari strapperebbe l'ultimo pass per l'Europa. Se qualcuno si aspetta che la Lazio, squadra di blasone comparabile alla Fiorentina, con un passato recente più prestigioso, voglia 'scansarsi' per evitare la bega Conference, potrebbe rimanere deluso. Baroni e i suoi scenderanno in campo per vincere a tutti i costi (hanno ancora una residue speranza di superare la Roma e piazzarsi in EL), così come il popolo laziale, che riempirà l'Olimpico. Tanto per ricordare che, un conto sono i discorsi da bar (più che legittimi), un altro sono obiettivi e ambizioni di professionisti e società: non importa quale, l'Europa la vogliono fare tutti.







