Comotto: "Fiorentina, inutile riscattare Gudmundsson. Palladino? Ha fatto più punti di Italiano"


Gianluca Comotto, ex difensore della Fiorentina che ha ricoperto anche ruoli dirigenziali nel club di Rocco Commisso, è intervenuto ai microfoni di Radio FirenzeViola, parlando così della stagione della squadra di Palladino: "La Conference, visto che è stata fatta per tre anni, ha perso un po' di fascino per il tifoso, ma per la squadra e la società è un obiettivo che ha un senso. La squadra ieri ha dimostrato che ci teneva. Ha due punti in più rispetto all'anno scorso ed è in linea con il campionato degli ultimi anni disputati dalla Fiorentina".
I tifosi hanno duramente contestato Palladino, lei cosa pensa della sua stagione in panchina?
"Non condivido le colpe che vengono attribuite all'allenatore. I numeri sono quelli che dicono la realtà delle cose. Con una partita in meno ha fatto più punti di Italiano. È arrivato in semifinale di Conference contro una squadra più difficile come il Real Betis. Ha valorizzato tanti calciatori, citando Mandragora, Parisi e Comuzzo che adesso punta anche alla Nazionale. Sono cose che devono essere valutate con attenzione".
Che significato può avere la partecipazione alla Conference per una squadra come la Fiorentina?
"La Conference deve essere presa come un punto di partenza per poi progredire e scalare le posizioni, ma non è facile perché ci sono tante squadre che lottano per l'Europa. Non è facile, però una squadra ambiziosa come la Fiorentina con un presidente ambizioso come Commisso, devono trovare il punto giusto per evolvere ogni anno. Per adesso ci sono due o tre anni di stabilità".
Quanto influisce la Conference nell'appeal della Fiorentina sul mercato?
"Io penso che sia più una questione di gestione di rosa più ampia. I giocatori di un livello più alto, non sono attratti dalla Conference anche perché economicamente non ci sono grandi introiti. Io che guardo la Fiorentina con simpatia, mi aspettavo un passo in avanti e dunque l'Europa League. Però le squadre sono forti con monti ingaggi anche superiori rispetto a quello viola".
Secondo lei perché la Fiorentina ha ottenuto grandi risultati contro le principali concorrenti e pessimi risultati contro le piccole?
"Difficile dare una spiegazione. Mi sembra che Palladino sia un ottimo allenatore che però deve ancora fare dell'esperienza. Magari il prossimo anno le partite contro le piccole le affronterà diversamente. Non mi sembra che dentro alla Fiorentina ci siano tanti giocatori di personalità. Mi pare anche che tanti punti siano stati persi in concomitanza con le gare di Conference. Io ho giocato qualche partita europea e vi dico che serve tanta esperienza per gestire tre partite a settimana. Arrivare carico a tutti gli appuntamenti è difficile e fa parte della crescita dei giocatori".
Nella costruzione della Fiorentina del futuro, quali giocatori terrebbe tra quelli arrivati in prestito?
"Io punterei su Fagioli perché ha grandi qualità e ci sono pochi giocatori come lui. Gudmundsson è un punto interrogativo dal punto di vista tattico e se non si riesce a inquadrarlo in campo, è inutile riscattarlo. Colpani è fortissimo tecnicamente, purtroppo però difetta dal punto di vista della personalità e quindi o ci scommetti e scommetti sulla sua crescita oppure se c'è la percezione che il salto in viola non lo possa compiere, allora non lo riscatterei. Anche perché in ballo ci sono diversi soldi.
Quali devono essere le basi della costruzione per la Fiorentina del futuro?
"Il primo crocevia sarà quello legato al futuro di Kean. Se arriverà una super offerta, penso che la Fiorentina potrebbe cederlo e da lì costruire il resto del mercato".
Questa Fiorentina come può crescere ulteriormente dopo la stabilità delle ultime stagioni?
"Nel calcio esistono due realtà, quelle che si possono permettere di spendere tanti soldi per fare il salto e Commisso non mi pare che voglia prendere questa strada e quelle che puntano sulle idee. Lascio a voi aperta la domanda su come si possa sviluppare questo tipo di strategia".
