
Da "Commisso sveglia" a "Fuori dalle palle": cronistoria di una protesta triennale
"Finta ambizione… fuori dalle palle se questa è la vostra dimensione" recita lo striscione a firma Gruppo 1926 che il tifo organizzato ha voluto esporre nel corso di Fiorentina-Bologna. Nessun nome ma un'allusione chiara, lampante a Rocco Commisso, soprattutto quando la gente ha intonato il classico coro: "Per vincere bisogna spendere". Eppure gli attacchi di domenica sono solo gli ultimi di una lunga serie iniziata ormai tre stagioni fa, nel 2022, durante il terzo anno della nuova gestione.
Il primo grande strappo.
La miccia che accese il primo incendio fu la cessione di Vlahovic alla Juve, che i sostenitori viola digerirono talmente male da affiggere un manifesto, sul Ponte Vecchio, di Commisso mascherato da pagliaccio. Un anno dopo, il 21 gennaio 2023, la prima grande contestazione al Franchi a séguito dell’1-0 incassato col Toro: "Meritiamo di più". A settembre il pubblico di Firenze insorse per il caro abbonamenti e punse la società con lo striscione ad hoc: "Tifosi ‘pro’ si diventa col tempo, non facendo pagare 50 euro in più l’abbonamento".
Le proteste di un anno fa.
Poi la rappresaglia del gennaio 2024. I viola passarono dal quarto posto al settimo e sui cancelli dello stadio fu appeso uno striscione che raffigurava l'attuale dg Alessandro Ferrari in versione serpente, rivolto così al ds Daniele Pradè: "Oh Pradè sveglia, adesso c’è da fare il mercato". Al tutto seguì la contestazione di fine mese quando, a margine della gara con l'Inter, circolarono dei volantini con scritto: "Commisso svegliati". Fino al duro comunicato di maggio, dopo Atene: "Presidente Commisso, il primo che ci deve dare delle risposte è lei".
Si chiude un cerchio?
Quest'anno, e in particolare per Fiorentina-Venezia, i tifosi in trasferta avevano esposto uno striscione con riferimento evidente alla cessione di Gonzalez in estate. "La vostra ambizione è vendere la nostra passione? Juve merda" il messaggio del Gruppo 1926 che si era scagliato duramente contro Commisso, cantando: "Per vincere bisogna spendere". La rabbia sfogata domenica scorsa, quindi, non è altro che l'apice. Seguiranno altre proteste? Quando la tifoseria prende posizione, difficilmente si ravvede.







