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Palladino in Conference, il bilancio è sufficiente. Il prossimo mercato la misura delle ambizioni, ma la curva ha ragione a chiedere di più
martedì 27 maggio 2025, 00:00Copertina
di Tommaso Loreto
per Firenzeviola.it

Palladino in Conference, il bilancio è sufficiente. Il prossimo mercato la misura delle ambizioni, ma la curva ha ragione a chiedere di più

Sgombriamo il campo da qualsiasi dubbio, tra giocare una competizione europea e restare a guardare è comunque meglio partecipare. La premessa doverosa per precisare che il traguardo tagliato dalla Fiorentina domenica sera, ancor prima che sotto il mero profilo numerico, ha il suo valore come minimo in termini di competitività, quella che la Fiorentina dovrà strutturare il prossimo per non trovarsi nella conosciuta condizione di osservare gli altri alzare il trofeo in questione. 

Palladino risponde presente e porta a casa l’obiettivo minimo
Insomma se è vero che 4 Conference consecutive non raccontano una crescita esponenziale è altrettanto vero che nel suo primo anno in viola Palladino ha comunque centrato l’obiettivo. Minimo, certo, ma pur sempre fissato dal club. Chiaro, determinati rimpianti restano a testimoniare tanti (troppi) punti lasciati per strada, ma in un anno che è stato per forza di ripartenza (fosse solo per le rivoluzioni avviate in estate prima e in inverno poi) la permanenza europea della Fiorentina non può che essere un fattore positivo, a patto che l’asticella della competitività di cui sopra venga comunque rialzata.

Un anno più di ripartenza che non di crescita 
Perchè sotto il profilo delle ambizioni sventolate un anno fa il piazzamento dei viola non può essere salutato come un successo, e perché in questa prospettiva (che fosse alzare un trofeo o centrare l’Europa League) nessun obiettivo è stato centrato. E’ allora la consapevolezza che nell’anno del centenario ogni ambito dell’universo viola debba fare uno scatto in avanti che dovrà guidare Commisso, da Palladino fino ai calciatori passando per i dirigenti e quindi anche per un mercato che sappia difendere lo zoccolo duro citato dal tecnico (o se preferite le “basi solide” riferite da Ferrari) aggiungendo però ulteriore qualità in tutti i ruoli. Anche perché mentre il tecnico è già al lavoro con il club per le decisioni da prendere a breve nei confronti dei riscatti, dall’Inghilterra rimbalza già l’intenzione del Brentford di riscattare Kayode, anticipo di un lavoro sulla fascia destra dove le incertezze sul futuro di Dodò potrebbero preludere a un doppio arrivo. 

Il mercato, la reale misura delle ambizioni e le legittime recriminazioni della curva
Dunque l’ago della bilancia viola non può che spostarsi sul mercato estivo in arrivo, nuova cartina tornasole per capire se stavolta la proprietà viola saprà soddisfare del tutto i palati dei tifosi viola, già messi a dura prova dopo un’annata che, almeno inizialmente, era stata disegnata con i colori dell’ambizione. Perché come ha giustamente sottolineato la curva al fischio finale del match di Udine gli applausi ci possono stare di fronte a un gruppo che ha superato svariate difficoltà mantenendo la propria presenza sul palcoscenico continentale, ma per storia, tradizione e risultati ancora presenti nella memoria collettiva il popolo viola merita di più di un’altra Conference League (che al quarto tentativo andrebbe alzata al cielo, almeno a giudicare dalle potenziali avversarie).