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Pioli, viola nel sangue. Dalla Uefa sfumata alla voglia di vincere la Conference. Quando rischiò la vita per la FiorentinaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 4 giugno 2025, 00:00Copertina
di Lorenzo Marucci
per Firenzeviola.it

Pioli, viola nel sangue. Dalla Uefa sfumata alla voglia di vincere la Conference. Quando rischiò la vita per la Fiorentina

Non è fiorentino ma è come se lo fosse. Stefano Pioli pare destinato ad essere il nuovo allenatore della Fiorentina e in virtù del suo passato viola, prima da calciatore e poi da allenatore, sa perfettamente cosa significa indossare la casacca viola e quali sono le aspettative della tifoseria. Serve adesso un tecnico come lui, che sappia subito orientarsi a Firenze e che sia in grado di indicare la strada. Vista la sua profonda esperienza saprà spiegare benissimo ai suoi calciatori cosa voglia dire giocare in una piazza come Firenze, esigente, brontolona e anche polemica ma pure capace di grandi slanci di fronte anche solo al desiderio di crederci e di provarci. Certo, Pioli non dovrà essere solo l'equilibratore, colui cioè che è in grado di riportare la calma nella piazza, ma dovrà avere pure la forza - dato il suo status di allenatore da big - di chiedere ed ottenere gli acquisti giusti per alzare l'asticella. La Fiorentina dovrà anche appoggiarsi a lui, ascoltare i suoi suggerimenti e, in qualche caso "approfittare" del suo nome (ha pur sempre vinto uno scudetto col Milan) per provare ad arrivare a qualche giocatore anche di grido. 

Dove eravamo rimasti - L'impressione comunque è pure che Pioli voglia riprendere un discorso interrotto dopo le dimissioni dell'aprile del 2019 dopo il ko con il Frosinone e dopo che ravvisò che erano "state messe in dubbio (da parte del club, ndr) le mie capacità professionali e, soprattutto, umane". Lui che aveva saputo gestire con forza e dedizione il gruppo dopo il dramma di Astori si aspettava probabilmente di poter proseguire il suo lavoro e togliersi delle soddisfazioni sul campo. Ecco, ora a distanza di oltre sei anni per Pioli quel lavoro potrebbe essere ripreso in mano. E lo farebbe con una maggior esperienza e da tecnico che si è evoluto sotto tutti i punti di vista. Un obiettivo concreto potrebbe essere subito messo nel mirino, la conquista di quella Conference inseguita già per tre volte consecutive. Sulla carta - per quel che può contare - potrebbe essere la volta buona. E Pioli ci metterà di sicuro ancora tanto del suo. Perché certamemte gli brucia ancora non aver potuto vincere da calciatore la Coppa Uefa nel 1990, contro la Juve, in una partita (quella d'andata) caratterizzata dai disastri dell'arbitro Aladren. Tra l'altro Pioli quella finale fu anche costretto a saltarla per via di un infortunio subito nella semifinale contro il Werder Brema.  

Per la Viola rischiò la vita - C'è un episodio che forse in molti si sono dimenticati: in viola da calciatore ha trascorso sei stagioni collezionando 189 presenze ufficiali con un solo gol e nel 1994 per la Fiorentina ha anche rischiato la vita. Lo ha raccontato lui stesso: "Il giorno che pensai di essere morto avevo addosso una maglia viola. Era il novembre del 1994, la partita era Fiorentina-Bari. Nella nostra area Protti con una rovesciata prese la mia testa pensando fosse la palla. Mio padre fece invasione di campo e mia moglie mollò la bimba ad alcune amiche per correre da me. Avevo ripreso coscienza già in ambulanza, ma ricordo di essermi svegliato solo quando ero già dentro il tubo della Tac, ancora in maglietta e pantaloncini: buio, freddo, non capivo se ero vivo o morto. Urlai così forte che mi tirarono fuori, e l’esame fu rinviato al giorno dopo". Brutti momenti ma ora è tempo di guardare al futuro. La Fiorentina aspetta Pioli per provare a scrivere un capitolo vincente, dopo quasi venticinque anni dall'ultimo trofeo.