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C'è chi parla di Firenze e della Fiorentina e c'è chi parla con Firenze e con la Fiorentina. Pioli, un uomo solo al comando
Oggi alle 00:00Copertina
di Mario Tenerani
per Firenzeviola.it

C'è chi parla di Firenze e della Fiorentina e c'è chi parla con Firenze e con la Fiorentina. Pioli, un uomo solo al comando

Lo spessore della conferenza stampa di Pioli è stato elevato, una sensazione che non si assaporava da tempo a Firenze. La forza delle vibrazioni è stato il filo conduttore. “Se c’è una città che può regalarmi questa emozione è Firenze… E se c’è una comunità alla quale sento di dover far provare emozioni e’ quella viola…”. 

Ci sono stati allenatori, dirigenti, calciatori che sbarcando sotto la Cupola del Brunelleschi hanno parlato della passionalità di Firenze calcistica e del calore della Curva Fiesole. Non si sono sprecati perché questi fatti sono noti in Italia. 

Pioli ha fatto un’operazione diversa: ci ha fatto capire quanto lui conosca le pieghe del villaggio viola anche le più recondite:Non esiste Firenze senza i fiorentini, non esiste Fiorentina senza la Curva Fiesole…”. E tanti saluti a chi non lo hai mai capito. E chissà se ma lo capirà… 

Il senso di appartenenza non si compra. O ce l’hai o non ce l’hai. Pioli ce l’ha. Un parmense con la erre arrotata, cresciuto col culatello, non col lampredotto, ma che sembra, anzi è, più fiorentino di tanti che millantano di esserlo. 

Il passaggio sul ricordo del dopo Fiorentina-Verona di alcuni anni fa e dei ragazzi della Fiesole venuti ai Campini prima della sfida con la Juve è emblematico: “Sono abituato a motivare i miei uomini, eppure io non ho mai sentito un discorso tanto chiaro, incisivo e puro come quella volta”.

Insomma, c’è chi parla di Firenze e la Fiorentina, talvolta a sproposito, e c’è chi invece parla con Firenze e la Fiorentina, compresa la sua gente. Ecco la differenza che marca il territorio, Pioli è l’uomo giusto al momento giusto. Lo ha ricordato anche Stefano quando candidamente ha confessato che non aspettava altro che la chiamata della Fiorentina: “Volevo tornare e sapevo dentro me stesso che questo era il frangente migliore per farlo. Sono felice”. Si vede, non serve sottolinearlo. Il volto di Pioli è una fontana che zampilla entusiasmo e allegria, è trascinante, coinvolgente. Stefano sta, piano piano, contagiando di buono anche i “viola-scettici” che, è bene ribadirlo, non erano proprio pochi. 

La società, in mezzo alla tempesta, ha fatto una mossa azzeccata. Certo, sarà il campo poi a metterci la cera lacca, ma in partenza meglio di così non era possibile fare. Pioli è saggezza, capacità di surfare sull’onda della innovazione, sensibilità nel gestire il gruppo, carisma, determinazione nella voglia di vincere, senza smarrire quel tratto di umiltà che ha caratterizzato tutta la traiettoria calcistica di Stefano. 

Pioli è allenatore di prima fascia che a Firenze sta come sul divano di casa sua. Sa girare per strada e parlare con “l’edicolante e il macellaio pronti sempre a dare un consiglio o a fare un critica, ma io li capisco e ho bisogno di tutto questo”. Non sono pensieri, ma musica se ripensiamo al passato anche recente che ha sprigionato tanta tossicità. 

L’asticella cresce se ci sono figure come Pioli, se no è dura. “La lunghezza del contratto testimonia la possibilità di alzare un trofeo e tornare a lottare per un posto in zona Champions…”. Questa è l’ambizione che ci piace. Ma attenzione, il siluro ad Allegri - “non ci ha messo nelle pretendenti per la Champions, ho scritto quella frase negli spogliatoi…” -, è la cartina tornasole che Pioli già da quest’anno ha intenzione di scatenare la bagarre. Lavorando pancia a terra, ma pronti a sfidare tutto e tutti. 

Stefano si è caricato sulle spalle la Fiorentina, l’occhio di bue lo illumina a giorno, è già padrone. Anche con le responsabilità che con grande coraggio si già assunto.  A Firenze segnalano un uomo solo al comando, è Stefano Pioli…