
La forma fisica c'è, la testa proprio no: Dodo oggi è il simbolo di tutti i limiti viola
La Fiorentina corre, eccome se corre. Ma lo fa male, malissimo. La fotografia del pomeriggio di Pisa racconta di una squadra che macina chilometri e produce numeri atletici di buon livello, salvo poi perdersi quando il pallone inizia a pesare. Non è un problema di condizione fisica, bensì di idee, di qualità e di scelte. Il paradosso è che i viola danno la sensazione di annaspare più degli avversari, ma le statistiche dicono altro: i nerazzurri hanno percorso 109,9 km, la Fiorentina 109,1. Sostanziale equilibrio. E addirittura nella velocità media i ragazzi di Pioli hanno fatto meglio: 21,4 km/h contro i 20,2 del Pisa. Insomma, di gambe ce n’erano. Di testa, molto meno.
Dodo, l'esempio più clamoroso
Il caso più lampante è quello di Dodo. Il brasiliano è stato tra i peggiori in campo (13 palle perse, appena il 64% di passaggi andati a buon fine, solo 5 duelli vinti su 11 palla a terra), irritante in alcuni frangenti per superficialità e letture sbagliate. Eppure altri suoi numeri gridano l’opposto: l'ex Shakhtar ieri a Pisa è risultato, tra i viola, il primo per indice di verticalità (4,67), il secondo per indice di rischio passaggio (32,4%), il terzo per chilometri percorsi (10,3 km) ma anche il primo in assoluto sia per velocità media (19,7 km/h) che per velocità in sprint (28,3 km/h). Tradotto: chi ha offerto una delle prove più negative in realtà risulta, dal punto di vista statistico, tra i migliori della Fiorentina. Un cortocircuito che dice tanto sul momento della squadra. Correre non basta, soprattutto se lo si fa a vuoto.
Dalla corsa alla sostanza
L’illusione che i viola fossero stati messi sotto dal Pisa nasce dall’impatto visivo di un gruppo che non riesce mai a dare continuità e compattezza al proprio gioco. Non c’è deficit fisico, c’è piuttosto incapacità di trasformare la corsa in sostanza. La Fiorentina si muove tanto ma male, si affida a giocate improvvisate e sbaglia nei momenti chiave. Ecco perché il tempo stringe. Tra Conference e campionato, con la Roma in arrivo dall'alto del primo posto in classifica, arrivano due partite spartiacque: Pioli dovrà cambiare passo, non tanto nei chilometri quanto nella qualità. Perché la classifica non premia chi corre più forte, ma chi sa farlo con la testa oltre che con le gambe.







