
Fiorentina, il modello made in Italy è rimandato. In Conference l'occasione per il rilancio
La linea di questa estate in casa Fiorentina è stata abbastanza chiara, la società ha scelto con decisione, e anche andando un po' in controtendenza con l'attualità del nostro calcio, di puntare su una forte base di calciatori italiani acquistati sul mercato. Delle dodici operazioni effettuate dalla dirigenza viola, tra giocatori comprati e riscattati, sei hanno infatti riguardato calciatori di nazionalità italiana (di cui cinque di questi sono under 25, ad esclusione di Lezzerini che è un classe 1995) per un totale di circa 55,5 milioni di euro investiti, più della metà del totale versato sulla sessione trasferimenti.
La Fiorentina e il modello made in Italy
La squadra di Pioli è inoltre la quarta squadra in Serie A per presenza di calciatori italiani in rosa, dietro a Cagliari, Cremonese e Pisa. Un segnale come detto di diversità soprattutto rispetto alle prime della classe che, Atalanta e Bologna a parte, hanno una presenza di "made in Italy" meno marcata, soprattutto tra i titolari. L'idea di voler puntare dunque su una squadra più "patriottica" è certamente interessante, ma come stiamo vedendo non sta portando, al momento, i risultati sperati.
A che punto sono gli italiani?
Mandragora e Ranieri a parte, che sono però frutto di mercati passati (oltre che tra i pochi ad aver segnato in questo avvio di campionato), sono tanti i giocatori viola azzurri che, o per mancanza di minutaggio o per mancanza di occasioni sfruttate, stanno rendendo al di sotto delle aspettative. Su tutti in questo momento sono molti i dubbi che circondano il nome di Nicolò Fagioli, riscattato questa estate dalla Juventus per essere il faro del centrocampo viola e messo in panchina alla quarta giornata di campionato dopo tre uscite pessime da titolare. Lo stesso Piccoli, a cui va ovviamente dato del tempo, è finito al centro di un dibattito che più che la qualità del giocatore, ha portato ad essere discusso il senso di un'operazione da quasi 27 milioni di euro che forse poteva essere evitata per dirottare quella somma di denaro su altri reparti. Diverso è invece il discorso per Nicolussi Caviglia e Jacopo Fazzini che, seppure tra alti e bassi, stanno dimostrando di avere ottime qualità in grado di tornare utili alla mediana della Fiorentina. A chiudere il cerchio ci sono i meno esperti Viti e Fortini, sui quali il giudizio è invece rimandato per mancanza di un minutaggio sufficiente per poter tirare le somme riguardo al loro reale valore.
La Conference League un'opportunità per mettersi in mostra
È chiaro comunque che per tutti questi calciatori ovviamente non si può assolutamente parlare di una bocciatura, neanche per i più criticati, anche perché la stagione è appena iniziata e molti di loro hanno disputato un numero di minuti talmente basso da non permettere di poterli valutare correttamente. Alle porte c'è però questo giovedì una partita, quella di Conference League contro il Sigma Olomouc, che anche per il livello dell'avversario, può servire a Stefano Pioli per inserire diversi nuovi profili nella sua Fiorentina e per testare così anche il lato made in Italy di questa rosa.






