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La Fiorentina non riesce a vincere. Ma Palladino non molla: "La miglior prestazione da quando sono qui"
Tre punti nelle prime quattro gare di campionato. Un bottino al di sotto delle aspettative, con tre pareggi e una sconfitta: di sicuro non è il miglior inizio per Raffaele Palladino sulla panchina della Fiorentina, reduce dal ko in rimonta contro l'Atalanta. Quello di Bergamo è stato un match dall'andamento altalenante in cui la viola ha staccato la spina dopo i gol di De Ketelaere e Lookman, arrivati nel giro di un minuto: un blackout che ha di fatto cancellato una prima frazione giocata in controllo mettendo in difficoltà gli orobici.
Le parole di Palladino
Il tecnico ex Monza però non vuole assolutamente vedere il bicchiere mezzo vuoto: "C'è rammarico, credo comunque che sia stata fatta la miglior prestazione da quando sono alla Fiorentina. In quel minuto e mezzo abbiamo fatto due errori individuali - ha dichiarato in conferenza stampa -. Siamo andati in svantaggio dopo un buon primo tempo, nella ripresa abbiamo avuto delle occasioni per far male all'Atalanta. Oggi abbiamo fatto una buona prestazione, ci dà spunti e ci farà crescere. C'è qualcosa da migliorare, ma è responsabilità mia, cercherò di farlo insieme alla squadra".
Ripartire
E ora? La gara contro la Lazio sembra già essere un'ultima spiaggia, non tanto per la permanenza del tecnico sulla panchina, ma per darsi una deadline, un tempo limite per raggiungere immediatamente la svolta e passare oltre al momento di crisi. Serve una vittoria, per allontanare nubi e malumori, voci e volti imbronciati.
IL COMMENTO DELL'AVVOCATO GIULIO DINI:
Non ho visto la partita e, da quel che ho raccolto, mi pare che la squadra abbia lavorato meglio a centrocampo mentre dietro ha continuato a soffrire.
Ancora difesa a tre ed un’ostinazione a giocare con una linea difensiva che, per caratteristiche, fa fatica.
Vi confesso che sono sorpreso perché Palladino non mi era parso uno capace di incartarsi da solo.
Tre punti in quattro partite sono in gran parte figli di questa scelta.
L’aggiunta di un centrocampista appariva necessaria quanto banale.
Vediamo quanto ci vorrà a trovare la soluzione in difesa.
Se tra due partite (cui seguirà una nuova sosta per le nazionali) non vi dovessero essere stati segnali incoraggianti ed almeno una vittoria, la sacrosanta serenità cui ha diritto un allenatore nel far acquisire alla squadra la sua idea verrebbe sostituita dalla necessità di fare i punti o, peggio, da riflessioni sul da farsi.
Firenze è una gran piazza ma ha le sue regole.
Le parole di Palladino
Il tecnico ex Monza però non vuole assolutamente vedere il bicchiere mezzo vuoto: "C'è rammarico, credo comunque che sia stata fatta la miglior prestazione da quando sono alla Fiorentina. In quel minuto e mezzo abbiamo fatto due errori individuali - ha dichiarato in conferenza stampa -. Siamo andati in svantaggio dopo un buon primo tempo, nella ripresa abbiamo avuto delle occasioni per far male all'Atalanta. Oggi abbiamo fatto una buona prestazione, ci dà spunti e ci farà crescere. C'è qualcosa da migliorare, ma è responsabilità mia, cercherò di farlo insieme alla squadra".
Ripartire
E ora? La gara contro la Lazio sembra già essere un'ultima spiaggia, non tanto per la permanenza del tecnico sulla panchina, ma per darsi una deadline, un tempo limite per raggiungere immediatamente la svolta e passare oltre al momento di crisi. Serve una vittoria, per allontanare nubi e malumori, voci e volti imbronciati.
IL COMMENTO DELL'AVVOCATO GIULIO DINI:
Non ho visto la partita e, da quel che ho raccolto, mi pare che la squadra abbia lavorato meglio a centrocampo mentre dietro ha continuato a soffrire.
Ancora difesa a tre ed un’ostinazione a giocare con una linea difensiva che, per caratteristiche, fa fatica.
Vi confesso che sono sorpreso perché Palladino non mi era parso uno capace di incartarsi da solo.
Tre punti in quattro partite sono in gran parte figli di questa scelta.
L’aggiunta di un centrocampista appariva necessaria quanto banale.
Vediamo quanto ci vorrà a trovare la soluzione in difesa.
Se tra due partite (cui seguirà una nuova sosta per le nazionali) non vi dovessero essere stati segnali incoraggianti ed almeno una vittoria, la sacrosanta serenità cui ha diritto un allenatore nel far acquisire alla squadra la sua idea verrebbe sostituita dalla necessità di fare i punti o, peggio, da riflessioni sul da farsi.
Firenze è una gran piazza ma ha le sue regole.
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