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La Fiorentina non meritava la finale di Conference. Col Betis hanno anche floppato i due top
Non è stata una Fiorentina meritevole di arrivare in finale di Conference League, sommando i 210 minuti della doppia sfida contro il Real Betis. Ma le minacciose avvisaglie della vigilia avevano pienamente ragione: non solo gli spagnoli erano la rivale più difficile e dalla rosa più completa - almeno sulla carta - mai affrontata dai viola nella terza competizione europea, finali comprese, ma erano dotati di individualità terribili dalla metà campo in su. E, analizzando nel complesso l'andamento della sfida, si può dire che abbia inciso anche il rendimento dei top player offensivi.
Se il Betis ha beneficiato delle invenzioni di Isco, dei colpi di talento di Antony e dei centri pesantissimi di Ez Abde, permettendosi pure di non trarre il meglio possibile da un Lo Celso comunque generoso ed applicato, la Fiorentina non ha avuto niente dai suoi due pezzi da novanta là davanti. Kean, privo di alternative reali in squadra, non arrivava al meglio alla duplice sfida causa problemi personali e questo può aver inciso, Gudmundsson invece sia all'andata che al ritorno ha semplicemente proseguito sul recente andamento che ne sta facendo mettere in dubbio il riscatto.
L'analisi sull'uscita della Fiorentina dalla Conference non può naturalmente ridursi a questo, non sarebbe giusto. Sul piatto ci sono meccanismi che non hanno funzionato (possibile che Ez Abde segni sempre allo stesso modo sia al Villamarin che al Franchi?) e mosse di Palladino poco convincenti sia nel pre-partita (perché Richardson, reduce da diverse prove incoraggianti, in panchina in favore di Adli e di un assetto 'sbilanciato' negli interpreti sin da subito?) che durante (nessun cambio ha funzionato veramente né modificato le sorti, il secondo tempo supplementare è apparso una mezza follia tattica), ma in una doppia sfida di alto livello come si è rivelata questa col Betis, decisa da un gol di distanza arrivato al 94', può essere stato un fattore. E non è da sottovalutare.
Fiorentina-Betis 2-2, leggi qui le pagelle
Se il Betis ha beneficiato delle invenzioni di Isco, dei colpi di talento di Antony e dei centri pesantissimi di Ez Abde, permettendosi pure di non trarre il meglio possibile da un Lo Celso comunque generoso ed applicato, la Fiorentina non ha avuto niente dai suoi due pezzi da novanta là davanti. Kean, privo di alternative reali in squadra, non arrivava al meglio alla duplice sfida causa problemi personali e questo può aver inciso, Gudmundsson invece sia all'andata che al ritorno ha semplicemente proseguito sul recente andamento che ne sta facendo mettere in dubbio il riscatto.
L'analisi sull'uscita della Fiorentina dalla Conference non può naturalmente ridursi a questo, non sarebbe giusto. Sul piatto ci sono meccanismi che non hanno funzionato (possibile che Ez Abde segni sempre allo stesso modo sia al Villamarin che al Franchi?) e mosse di Palladino poco convincenti sia nel pre-partita (perché Richardson, reduce da diverse prove incoraggianti, in panchina in favore di Adli e di un assetto 'sbilanciato' negli interpreti sin da subito?) che durante (nessun cambio ha funzionato veramente né modificato le sorti, il secondo tempo supplementare è apparso una mezza follia tattica), ma in una doppia sfida di alto livello come si è rivelata questa col Betis, decisa da un gol di distanza arrivato al 94', può essere stato un fattore. E non è da sottovalutare.
Fiorentina-Betis 2-2, leggi qui le pagelle
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