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Il calcio senza respiro, il grido d’allarme di Klopp: troppe partite negli ultimi 5 anni
Il calcio moderno è ormai una macchina che macina partite, senza sosta. L'allarme è stato lanciato più volte, da calciatori, medici sportivi e soprattutto da allenatori. Tra le voci più autorevoli c'è quella di Jürgen Klopp, ex tecnico del Liverpool che per anni ha denunciato il calendario "disumano" imposto a club e nazionali e che nelle scorse ore ha nuovamente ribadito: "L’anno scorso c’erano la Copa America e l’Europeo. Quest’anno c’è la Coppa del Mondo per club, e l’anno prossimo ci sarà il Mondiale. Questo significa che per i giocatori coinvolti non esiste un vero recupero, né fisico né mentale. Certo, guadagnano molti soldi. Ma anche in NBA guadagnano molto, e hanno 4 mesi di riposo all’anno. Virgil Van Dijk non li ha mai avuti nemmeno una volta in tutta la sua carriera...
Temo che i giocatori inizieranno a farsi male come non è mai successo prima. Se non succederà nella prossima stagione, succederà durante il Mondiale del 2026, o subito dopo. Ci si aspetta che i giocatori affrontino ogni partita come se fosse l’ultima, glielo si ripete 70 o 75 volte all’anno. Ma non si può andare avanti così. È necessario garantire loro delle pause. Senza di esse, non potranno offrire prestazioni ottimali sul lungo periodo, e se non possono più farlo, l’intero prodotto perde valore per chi lo vende".
Negli ultimi anni, il calendario internazionale è diventato un incubo, complice anche gli spostamenti determinati dalla pandemia. Dal 2021 (anno degli Europei) a oggi si sono moltiplicate le competizioni UEFA e FIFA a livello di nazionali, senza un attimo di respiro, e anche i club più importanti hanno visto aumentare i propri impegni, tra nuova Champions League e nuovo Mondiale per Club. Il calcio, così, rischia di autodistruggersi? L'intensità è al massimo, gli infortuni aumentano e persino i tifosi iniziano a parlare di "saturazione". O si cambia rotta, o il futuro del gioco più bello del mondo potrebbe collassare sotto il peso di calendari insostenibili.
Temo che i giocatori inizieranno a farsi male come non è mai successo prima. Se non succederà nella prossima stagione, succederà durante il Mondiale del 2026, o subito dopo. Ci si aspetta che i giocatori affrontino ogni partita come se fosse l’ultima, glielo si ripete 70 o 75 volte all’anno. Ma non si può andare avanti così. È necessario garantire loro delle pause. Senza di esse, non potranno offrire prestazioni ottimali sul lungo periodo, e se non possono più farlo, l’intero prodotto perde valore per chi lo vende".
Negli ultimi anni, il calendario internazionale è diventato un incubo, complice anche gli spostamenti determinati dalla pandemia. Dal 2021 (anno degli Europei) a oggi si sono moltiplicate le competizioni UEFA e FIFA a livello di nazionali, senza un attimo di respiro, e anche i club più importanti hanno visto aumentare i propri impegni, tra nuova Champions League e nuovo Mondiale per Club. Il calcio, così, rischia di autodistruggersi? L'intensità è al massimo, gli infortuni aumentano e persino i tifosi iniziano a parlare di "saturazione". O si cambia rotta, o il futuro del gioco più bello del mondo potrebbe collassare sotto il peso di calendari insostenibili.
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