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Angelo Di Livio, romano e romanista che non ha mai esordito con la Roma: simbolo alla Juve
Prima Ravanelli, poi Del Piero. Infine insieme. Angelo Di Livio ha vinto uno Scudetto Primavera e un torneo di Viareggio, ma conosce la gavetta. Partendo dal prestito alla Reggiana, in C1. Poi la parentesi al Perugia, con Penna Bianca, in C2. Dal 1989 al Padova, in B, dove ha la possibilità di giocare con Del Piero. Entrambi fanno il salto, dai biancoscudati ai massimi livelli: con la Juventus ha vinto la Champions, Scudetti e conquistato la Nazionale, salvo poi lasciarla per la Fiorentina, altri sei anni di vittorie e soddisfazioni.
Eppure Roma è il primo amore, ma anche una grossa delusione, come confermato qualche tempo fa da Di Livio. "Se è un mio rimpianto? È un rimpianto anche per loro. Grande gruppo, quello: io, Giannini, Desideri, Tovalieri, Di Mauro, Baldieri, tutti ragazzi che si sono affermati. Sono cresciuto alla Bufalotta, vengo da una famiglia romanista, mio padre Amerigo sognava di vedermi con quella maglia. Mi rode non avergli dato quella soddisfazione. Le qualità le avevo, ma mi hanno lasciato andare. E si sono sbagliati di grosso visto quello che ho raggiunto dopo. Diciamo che mi sono preso la rivincita".
736 presenze fra i professionisti, 32 gol, 40 gettoni con l'Italia. Un soldatino che era anche difficile lasciare fuori, perfetto in uno scacchiere tattico con tanti campioni come quello di Lippi. Oggi Angelo Di Livio compie 59 anni.
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