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Abel Balbo, leggenda per Roma e Udinese. Dieci volte in doppia cifra, lampo all'Estudiantes
Uno dei migliori attaccanti degli anni novanta, da ragazzino, forse non era così bravo come poi dimostrato. Abel Balbo fino ai quattordici anni non poteva giocare in un club glorioso, ma solo in una squadra regionale dei tornei della domenica, con suo zio che faceva l'allenatore. Certo, il ruolo non era proprio quello giusto, visto che era un centrocampista, ma questo è qualcosa di secondario. A 14 anni però va a San Nicolas, il paese di Omar Sivori, fino ai diciassette, quando ha un provino per l'Independiente di Avellaneda. Qui il destino ci mette lo zampino, perché la sorella fa la segretaria del vicepresidente del Newell's Old Boys che, appena viene a sapere del possibile approdo di Abel, gli propone un provino (che andrà bene).
Da lì in poi la carriera di Balbo ha un'impennata. Segna tantissimo nelle giovanili, addirittura 32 gol in 15 partite nell'ultimo anno, venendo spostato poi più avanti, per fare il centravanti. Appena lui entra in prima squadra i rosarini vincono il campionato, il Verona gli fa firmare il contratto ma Bagnoli lo boccia, spedendolo in prestito al River Plate. Qui si conquista la Nazionale, con l'Udinese che ingaggia lui e Nestor Sensini, un altro grande del calcio argentino in Italia di quegli anni. Balbo, alla prima in A, segna 11 gol nonostante i bianconeri retrocedano. L'anno dopo ne segna il doppio, ma non bastano per la promozione, poi ritorna agli 11 e ritrova il massimo campionato. L'anno dopo è quello della consacrazione: 21 gol più uno allo spareggio e la chiamata della Roma.
Ci sarebbe l'Inter, ma gli stranieri sono quattro - Pancev, Sammer, Shalimovic e Sosa - e rischierebbe di andare in tribuna spesso. I giallorossi invece spendono 18 miliardi, primo grande acquisto di Franco Sensi. Qui diventa una leggenda per il club, cinque stagioni straordinarie e tutte in doppia cifra, senza però vincere niente. Andrà al Parma, come prima riserva della coppia Chiesa-Crespo, alzando Coppa Italia e Coppa UEFA, per poi tornare alla Roma vincendo uno Scudetto. Finita la carriera diventa procuratore, sì, ma anche allenatore: ultimo incarico all'Estudiantes, dicembre 2022, ma è durato solo sette partite. Oggi Abel Balbo compie 57 anni.
Da lì in poi la carriera di Balbo ha un'impennata. Segna tantissimo nelle giovanili, addirittura 32 gol in 15 partite nell'ultimo anno, venendo spostato poi più avanti, per fare il centravanti. Appena lui entra in prima squadra i rosarini vincono il campionato, il Verona gli fa firmare il contratto ma Bagnoli lo boccia, spedendolo in prestito al River Plate. Qui si conquista la Nazionale, con l'Udinese che ingaggia lui e Nestor Sensini, un altro grande del calcio argentino in Italia di quegli anni. Balbo, alla prima in A, segna 11 gol nonostante i bianconeri retrocedano. L'anno dopo ne segna il doppio, ma non bastano per la promozione, poi ritorna agli 11 e ritrova il massimo campionato. L'anno dopo è quello della consacrazione: 21 gol più uno allo spareggio e la chiamata della Roma.
Ci sarebbe l'Inter, ma gli stranieri sono quattro - Pancev, Sammer, Shalimovic e Sosa - e rischierebbe di andare in tribuna spesso. I giallorossi invece spendono 18 miliardi, primo grande acquisto di Franco Sensi. Qui diventa una leggenda per il club, cinque stagioni straordinarie e tutte in doppia cifra, senza però vincere niente. Andrà al Parma, come prima riserva della coppia Chiesa-Crespo, alzando Coppa Italia e Coppa UEFA, per poi tornare alla Roma vincendo uno Scudetto. Finita la carriera diventa procuratore, sì, ma anche allenatore: ultimo incarico all'Estudiantes, dicembre 2022, ma è durato solo sette partite. Oggi Abel Balbo compie 57 anni.
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