
Genoa, un’ora da applausi, poi ha inciso anche la jella
Il Genoa ha aggiunto un anello alla catena di sconfitte recenti e neppure stavolta ha saputo spezzare il tabù contro le “grandi”. Ma sotto il vestito dell'1-2 conclusivo col Milan, davvero stridente con lo sviluppo del match, c'è molto di apprezzabile in ottica rossoblù. Una jella davvero pervicace ha spedito il Diavolo in paradiso e un Genoa perfetto per un'ora all'inferno: consoliamoci pensando che i tre punti in palio non avrebbero cambiato in ogni modo il futuro del Grifo.
Vieira spedisce in panca tutta la nouvelle vague e si affida all'usato più o meno sicuro: i soliti quattro difensori, i consueti mediani, l'abituale centravanti (Pinamonti, rientrato dopo una gara in panca). Le tre maglie da assegnare, quelle dei trequartisti, finiscono a Norton Cuffy (stantuiffo di destra), Thorsby (centrale propenso a far legna) e Messias (che col Milan vinse uno scudetto). I rossoneri, con Leao in tuta e Loftus-Cheek titolare, faticano parecchio a frenare la verve e la determinazione di un Genoa schierato perfettamente. Siffatta scioltezza di azione – una rarità – sfocia presto in una incursione insidiosissima di Norton-Cuffy, che si beve due avversari e obbliga il portiere Maignan ad una portentosa deviazione. I rossoneri provano a costruire qualche trama, ma i rossoblù li soffocano con un pressing asfissiante e con tackle robustissimi: Nei paraggi di Leali giungono pochi e “sporchi” palloni, mentre il guardiano francese, spesso in allarme, deve prodursi in un prodigio assoluto per opporsi ad una deviazione involontaria del compagno Pulisic: la sfera supera per trequarti la linea fatale, ma non del tutto e l'orologio dell'arbitro resta in silenzio. Non solo, nel prosieguo altro intervento super del transalpino su Messias.
Se il calcio avesse una logica, il Genoa dovrebbe essere avanti, ma per passare all'incasso sarebbero occorse una certa dose di fortuna e anche precisione nei numerosi tentativi operati: troppe, come di consueto, le palle spedire in gradinata. Così, dopo uno sfoggio di concretezza e anche di qualità, i rossoblù concedono verso l'intervallo la sola palla-gol agli ospiti, ma un Leali superlativo allunga la gamba e dice di no a Jovic, presentatosi solo davanti a lui: il gol rossonero, però, sarebbe stato una beffa sesquipedale.
Nella ripresa, con Zanoli al posto di Sabelli e Norton-Cuffy arretrato a guardia di Leao, il Genoa cala lievemente di intensità ma continua a comandare la gara e dopo la svirgolata di Frendrup da ottima posizione all'ora di gioco passa a condurre con Vitinha, che da un minuto aveva sostituito lo sfiatato Messias. A giri contati il cross da sinistra di Martin e il portoghese, malamente controllato a centro area, infila di prima intenzione con un tocco rapace. La segnatura, agognata da mesi, scatena il nuovo arrivato, che subito dopo costringerà all'ammonizione Theo Hernandez.
Verso il 70' la svolta: nel Milan entrano il centravanti Gimenez e il fantasista Joao Felix, mentre il Grifo perde il lottatore Thorsby, toccato duro da Loftus-Cheek e sostituito dall'imberbe Ahanor che dopo sei minuti si perderà colpevolmente Gimenez, scattato in verticale nella sua zona e pronto a servire a centro area Leao. Fiacca la girata del lusitano, ma la palla impatta sul corpo di Norton-Cuffy, cambia traiettoria e inganna l'incolpevole Leali.
Neppure il tempo di imprecare alla jella che arriva la seconda mazzata, anche stavolta su autorete, ancora più nitida della precedente. Da Leao indirizza verso il connazionale Joao-Felix (appena inserito da Conceicao), anticipato da Frendruip, che però calcia maldestramente e infila nell'angolino della proporia porta per la disperazione e lo stupore di un popolo incredulo. Uscito Thorsby, ecco una gara con nuovi connotati: il Genoa infatti aveva perso compattezza e stava iniziando a pagare l'immane fatica accumulata in precedenza.
Nel finale, Vieira si affida ad un altro baby, Ekhator, ma tutta la squadra, fiaccata da quell'assurdo uno-due e non è più lcuida e tenta solo qualche sortita velleitaria, controllata a dovere da un Milan premiato ben oltre i meriti.
Il Genoa, coi titolari in campo, ha strappato copiosi applausi ma progressivamente si è sfilacciato, lasciando via libera ad un Diavolo che in fatto di alternative se la passa senz'altro meglio. Altro ko indolore, ma stavolta i rimpianti sono più che legittimi.
PIERLUIGI GAMBINO







