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Piovani: "Ero spaventato all'inizio, ora per la Champions League bastano 2-3 innesti"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Oggi alle 16:56Femminile
di Yvonne Alessandro
per Linterista.it

Piovani: "Ero spaventato all'inizio, ora per la Champions League bastano 2-3 innesti"

La prima storica qualificazione alla Women’s Champions League, il secondo posto in campionato e un cammino strepitoso al primo anno sulla panchina nerazzurra. L'allenatore dell'Inter femminile, Gianpiero Piovani, ha rilasciato un'intervista in esclusiva alla redazione de L'Interista per raccontarci le emozioni di una cavalcata che ad un certo punto ha rilasciato il profumo di Scudetto, prima della sentenza da secondo gradino del podio: "Eh sì, diciamo che c'è stato. Ci volevamo provare", ha confidato in prima battuta il tecnico di Orzinuovi.

Anche se all'inizio non era nemmeno nei vostri pensieri...

"L'obiettivo della società e nostro dall'inizio era di migliorare la posizione dello scorso anno, ma anche provare ad arrivare nelle prime tre posizioni. Diciamo che abbiamo anticipato di un anno quello che era il progetto per l'anno successivo. Abbiamo messo su delle basi importanti e cercheremo di costruire attorno ad esse una casa che ci piacerebbe fare bene. Già quest'anno è stata una parentesi importante, un percorso di crescita importante da parte di tante ragazze. Come ho detto ci speravamo, ci abbiamo provato però credo che la Juve nel tempo abbia meritato perché è stata la squadra più continua nei risultati e magari anche una rosa molto importante, con la Champions e la Coppa Italia da giocare. È stata la squadra più equilibrata".

Cosa è mancato secondo lei?

"Noi abbiamo avuto degli alti e bassi, soprattutto dopo gennaio dove abbiamo avuto dei risultati altalenanti, poi ci siamo ripresi verso la fine e da lì abbiamo centrato questo obiettivo che sinceramente se all'inizio dell'anno me l'avessero detto avrei fatto dodici firme, non una".

Ma voltandosi indietro, magari anche alla prima giornata e Inter-Sampdoria, arrivando ad oggi, con una qualificazione in Champions in tasca e a soli quattro punti dalla Juventus... cosa pensa?

"Se mi volto indietro mi ricordo quando abbiamo iniziato il ritiro a Spiazzo la scorsa estate, avevamo una squadra decimata, piena di infortuni. Una rosa ampia quando l'abbiamo messa giù sulla carta, all'inizio dell'anno, però quando siamo partite eravamo davvero contatissime e con delle giocatrici della Primavera in squadra. Infatti se vi ricordate nella prima amichevole contro il Parma giocarono 3-4 ragazzine. Io ero un po' titubante, abbiamo parlato anche con lo staff medico dei vari recuperi, come Tomaselli, Pavan, Polli e tante altre giocatrici. Anche le straniere, che provavano per la prima volta l'esperienza in Italia, sono tutte situazioni che vanno messe insieme".

Quindi era preoccupato?

"Io ho visto un percorso di crescita importante da parte di queste ragazze. Ero un po' spaventato all'inizio perché ero abituato un po' al 'fattore Sassuolo', dove magari partivamo con tutte le giocatrici a disposizione, mentre qua subito tantissimi infortuni che venivano dall'anno prima. Ero un po' preoccupato, però col lavoro siamo andati avanti e questo percorso di crescita è stato fatto. Non per il risultato, ma perché ci abbiamo lavorato. Devo ringraziare anche il mio staff, ci sono ragazzi giovani che hanno voglia di imparare e crescere. Ma nelle ragazze vedo una crescita importante, spero lo sia anche in futuro perché più si va avanti più si alza l'asticella di questo campionato, perché stanno arrivando tante straniere brave. Oltre a metterci la qualità sono davvero professioniste e spingono anche le nostre ad alzare l'asticella".

C'è stato un cambiamento corposo l'estate scorsa, ma è stato anche tanto lavoro da squadra operaia. Come lei voleva...

"Sicuramente sì. Finita la preparazione abbiamo fatto un'amichevole col Genoa, per altro salita in Serie A proprio adesso: perdemmo 2-1 e dissi alle ragazze: 'Non mi preoccupa il risultato'. Era un'amichevole, eravamo rimaneggiate. 'Mi interessa che voi capiate una cosa: siamo una squadra forte, a livello tecnico e fisico, però ci manca una cosa che purtroppo in farmacia non vendono, che è la cazzimma'. Se mettiamo anche questa componente oltre a quello che abbiamo già, possiamo toglierci delle soddisfazioni".

Ha toccato il tasto giusto.

"Forse quella è stata la scintilla scoccata e che dopo 4-5 giorni in campionato vincemmo 5-0 con la Sampdoria. Da lì siamo partite, è scattata questa cosa in giocatrici meno abituate a lottare, soprattutto nella riconquista della palla nel momento in cui la perdi. Ci ha aiutato in questo percorso. Devi conquistarla sul campo, giorno dopo giorno, anche negli allenamenti e non solo nelle partite".

In estate c'è stata una bella ricostruzione della rosa, sono arrivate giocatrici d'esperienza come Elisa Bartoli e Ivana Andres ad esempio. Ma lei ha sempre avuto possibilità di pescare bene dal mazzo.

"Assolutamente sì, tante giocatrici sono state fondamentali. Ma io attribuisco questa grande 'vittoria' soprattutto alle ragazze che hanno giocato meno, ma si sono fatte trovare pronte quando chiamate in causa. Non lo dico perché devo dirlo, è la verità: dalla panchina quest'anno abbiamo vinto tante partite importanti con le subentrate. È stata la nostra arma in più, hanno fatto giocare bene anche le titolari".

Non sarà arrivata insieme a lei all'Inter, ma da quell'esordio a Sassuolo a 16 anni fino ad oggi, quanto è cresciuta Haley Bugeja?

"Tantissimo. A Sassuolo aveva grande entusiasmo, una ragazza che arrivava in Italia e già vista due anni prima ma in Italia non poteva venire perché aveva meno di 16 anni. L'avevamo seguita, riuscimmo a portarla al Sassuolo e fece un grande campionato e anche un altro calcio. Adesso però l'asticella si è alzata, quest'anno ha fatto davvero bene, ha giocato poco da titolare ma è una giocatrice che in questo momento può spaccare le partite. Anche Pavan o Serturini, Merlo pure... ho avuto la fortuna di avere uno staff medico e di preparatori atletici che mi hanno messo sempre nelle condizioni di fare delle scelte con tante giocatrici che avrebbero meritato di giocare. Una fortuna per un allenatore".

Con un traguardo come la Champions e un impatto assoluto da parte sua al primo anno all'Inter, ha già chiesto dei regali dal mercato?

"Non servirà un cambiamento radicale, anche perché la squadra nel tempo ha dimostrato sempre di crescere.Ci sono altre giocatrici per cui stiamo lavorando. Per mettere le pedine giuste al posto giusto, ma non serve stravolgere la squadra, bastano 2-3 innesti nei ruoli in cui abbiamo più bisogno e dove quest'anno magari eravamo un po' più corti. Una rosa di 25-26 giocatrici come abbiamo fatto quest'anno che...

Prego.

"Poi non è facile trovare giocatrici forti in questo momento perché l'asticella e la competizione si sta alzando, le squadre che vogliono arrivare a giocarsi campionato, Coppa Italia e Champions lo fanno, di conseguenza anche a livello economico si comincia a lavorare anche su cifre importanti".

Dall'Europa cosa si aspetta? Ci sono diverse superpotenze, ma come si può colmare il gap?

"Adesso non ci voglio pensare. È appena finito il campionato e voglio staccare la spina anche se per altri 15 giorni continueremo gli allenamenti. Senza le nazionali perché è giusto che riposino un attimo. Però con le poche rimaste cercheremo di lavorare in questa direzione, di far capire loro che il prossimo anno sarà ancora più importante: abbiamo tante competizioni, soprattutto la Champions che ci permetterà di mettere in mostra quelle che sono le caratteristiche individuali e collettive della squadra".

Possiamo dire apertamente che l'anno prossimo l'obiettivo è lo Scudetto?

"Non mi piace dirlo e anticipare, forse perché sono abituato in modo diverso. L'obiettivo è di fare una bella stagione come quest'anno, poi se arriverà lo Scudetto bene, vorrà dire che abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Però ora piedi per terra e cerchiamo di lavorare, poi valuteremo strada facendo. Quest'anno, avendo fatto bene, avremo gli occhi di tutti su di noi e dovremo prenderci ancora più responsabilità. Io come allenatore e le calciatrici che devono essere all'altezza di superare determinate cose che magari quest'anno sono state la nostra piccola pecca. Soprattutto per inesperienza e un pochettino personalità, cosa che non si è vista nella Poule Scudetto, che per noi è stata fantastica".