Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / inter / Editoriale
Finisce il ciclo più bello, più discusso, più ingiusto. Ora rivoluzione, con paletti (anche tattici)TUTTO mercato WEB
ieri alle 21:44Editoriale
di Ivan Cardia
per Linterista.it

Finisce il ciclo più bello, più discusso, più ingiusto. Ora rivoluzione, con paletti (anche tattici)

Simone Inzaghi saluta quattro anni dopo: uno scudetto, due finali Champions perse di cui una malissimo, +114 milioni sul mercato. È uno dei tanti dati di partenza di qualsiasi analisi di un ciclo in cui l’Inter ha giocato a calcio divinamente, e non ha vinto quanto avrebbe potuto. O forse non poteva vincere quello che ha illuso di poter conquistare.

In questo, è il ciclo più ingiusto. Perché a Inzaghi sono state rimproverate tantissime cose, e troppo poco si è sottolineato il materiale umano con cui ha lavorato. Non carente, ma che l’Inter abbia avuto davvero la squadra più forte di tutte è tutto da dimostrare. Non è una critica alla dirigenza, che come l’allenatore in questi quattro anni ha dovuto spesso fare le nozze con i fichi secchi. La riprova, però, la offrirà il suo successore, chiunque sarà: non è per niente scontato che l’anno prossimo l’Inter parta ancora per vincere.

A prescindere dal tecnico - Fabregas e De Zerbi i due nomi in prima fila -, la questione è una: Monaco ha segnato un punto di non ritorno. E la squadra va rivoltata come un calzino, rispettando alcuni paletti. Quelli economici cambieranno, ma ne restano: giovani, costosi ma non troppo, futuribili più che campioni affermati. L’identikit di Oaktree per i nuovi acquisti è decisamente chiaro. Altri paletti tecnici: nella rivoluzione, il nuovo modulo non potrà essere tanto diverso da quello Inzaghi. Lo condizionano due fattori, che si chiamano Bastoni e Dimarco: in uno schema che non sia al massimo il 3-4-2-1 (peraltro tentato anche da Inzaghi di recente), rischierebbero di non risultare così determinanti. È una delle tante linee guida per decifrare il mercato che sarà.