
L'Inter deve gestire uno shock, come il Milan post-Istanbul: non è l'anno zero e di questo vanno convinti i giocatori
Lungi da me fare paragoni sulla storia, sule rose, sui giocatori. Nel 2005 il Milan subiva un forte shock in finale di Champions League: dal parziale di 3-0 contro il Liverpool, si fa rimontare in 6 minuti e perde ai rigori. Quel Milan arrivava da una finale giocata appena due anni prima (ma nel suo caso vinta) ed in finale ci tornerà appena due anni dopo (nella rivincita contro i Reds).
Come dicevo, non sono paragonabili le cose nel complesso fra quel Milan e questa Inter, ma la situazione da gestire nel post-finale forse sì. Anche in quel caso infatti si trattava di un gruppo non più giovanissimo, che aveva bisogno di rinnovarsi, ma non di rivoluzioni, perché era già forte. Cito alcuni dei giocatori di quella rosa e le rispettive età nel 2005: Dida, 31 anni. Nesta, 29, Stam 32, Costacurta 39, Maldini 37, Serginho 34, Cafù 35, Pirlo 26, Gattuso 27, Ambrosini 28, Seedorf 29, Kakà 23, Rui Costa 33, Shevchenko 28, Crespo 29, F. Inzaghi 31. Anche in quel caso si parlava di molti di loro arrivati a fine ciclo.
Che mercato venne fatto in estate? Via Crespo, dentro Gilardino, fra i titolari. Poi fuori Abbiati, Brocchi, Pancaro e Dhorasoo, dentro Jankulovski, Kalac, Vogel e Vieri. Nessuna rivoluzione insomma, ma un tentativo di rinnovarsi e cambiamenti soprattutto fra le seconde linee.
Celebre l'episodio raccontato da Adriano Galliani su Gattuso che voleva andarsene come oggi sembra pensare di fare Calhanoglu: lo 'rapì' chiudendolo nella stanza dei trofei, fino a che non si è convinto a restare. Ok, l'estate dopo partiranno anche Stam e Shevchenko, ma la ripartenza è iniziata dal confermare i big.
La notizia più bella per i tifosi dell'Inter è che la prima cosa detta dal presidente Marotta dopo la finale di Champions è che l'intenzione è sì quella di rinnovarsi, ma soprattutto quella di ripartire dal blocco già forte della rosa.
L'opera di convincimento da parte di società è staff tecnico deve essere approfondita, totale, perché di uno shock parliamo. Ed è normale se davvero Calhanoglu dopo un finale del genere di stagione non sia più così convinto di ripartire dal nerazzurro, così come potrebbero esserci altri giocatori che magari provano lo stesso sentimento. Barella ha detto: "Fidatevi di questo gruppo che vuole il bene dell'Inter". Da chi la pensa così l'Inter deve ripartire.
Il dubbio riguarda i giocatori che devono portare rinnovamento. Ben venga Bonny, se accompagnato da un altro arrivo (al posto di Taremi). Hojlund ha dimostrato di poter essere determinante nel nostro campionato: sarebbe una scommessa magari, ma in questa fase storica l'Inter deve prendersi dei rischi. Ancora Barella ha detto che Luis Henrique ha portato "quei dribbling che sono mancati" lo scorso anno e che molti magari avevano il timore di tentare. Il brasiliano ha preso votacci contro l'Urawa, ma è prestissimo per emettere giudizi. La nuova linfa deve arrivare però necessariamente da giocatori che portino qualcosa in più e qualcosa di diverso. I colpi saranno mirati e non vanno sbagliati: abbiamo visto con Correa e Arnautovic per esempio quanto sia difficoltoso tornare sui propri passi, considerando che gli stipendi all'Inter sono difficili da garantire per tante squadre.







