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Caos abbonamenti, i gruppi della Nord insorgono: "Nuova frontiera della repressione, insorgeremo"
Oggi alle 12:43Primo piano
di Alessandra Stefanelli
per Linterista.it

Caos abbonamenti, i gruppi della Nord insorgono: "Nuova frontiera della repressione, insorgeremo"

Nino Ceccarelli, membro di spicco e leader della Curva Nord, ha rilasciato una nota ufficiale sulla questione abbonamenti: "A poche ore dalla chiusura della prelazione per gli abbonati, ci troviamo davanti a una situazione surreale: numerosi ragazzi dei gruppi di curva non riescono a rinnovare il proprio abbonamento". 

"La motivazione? Nessuna - si legge -. La stragrande maggioranza di loro è incensurata e completamente estranea a qualsiasi indagine. La loro unica "colpa"? Aver seguito la squadra ovunque, in casa e in trasferta, dedicando tempo, energie e sacrifici alla propria passione. Eppure, l'Inter si arroga il diritto di selezionare a proprio piacimento il pubblico, escludendo chi, per anni, ha dato voce, colore e anima alla squadra, anche nei momenti più difficili. A centinaia di persone viene impedito l'ingresso allo stadio, pur senza alcun daspo né una sola denuncia penale a loro carico. Una mossa inquietante, degna di un regime, che non può lasciarci indifferenti. Prendiamo atto di questa deriva e siamo pronti a reagire per vie legali, visto che la società continua a nascondersi dietro silenzi, scarica barile e burocrazia. Siamo di fronte a un abuso senza precedenti, figlio di una strategia repressiva in atto ormai da mesi".

E ancora: "Il Meazza si sta trasformando nella nuova frontiera della repressione: le curve milanesi sono diventate le cavie perfette per sperimentare un controllo cieco e sproporzionato. Un nuovo Alcatraz del calcio italiano. Uno stadio di polizia a tutti gli effetti. Quello a cui stiamo assistendo è spaventoso. E ci auguriamo che anche il resto del pubblico interista inizi ad aprire gli occhi. Biglietti a prezzi fuori controllo, codici elargiti senza criterio, abbonamenti modello pay TV, divieti arbitrari sul materiale da tifo. Una società che, giorno dopo giorno, sta trasformando lo stadio in un modello di business freddo e selettivo, emarginando chi ha sempre vissuto il calcio con passione, per poi spianare la strada a uno stadio-teatro: tanti clienti, pochi tifosi. Forse, quando tutti se ne renderanno conto, sarà già troppo tardi".

Poi la chiosa: "Chiudiamo con una frase impressa su una coreografia del 2014, oggi più attuale e significativa che mai: "Senza la passione, il calcio è morto: solo 22 uomini che corrono su un prato e danno calci a una palla. È la tifoseria che fa diventare il calcio una cosa importante". I VOSTRI ABUSI NON CI FERMERANNO. L'INTER E' DEI SUOI TIFOSI. I GRUPPI DELLA NORD".