
L'estate dei sogni e un mercato che lascia tanti dubbi. Il possibile momento spartiacque resta una chance mancata
Mai come quest'estate, fare un bilancio del mercato dell'Inter è complicato. Perché sono sfumati sogni, si sono prese direzioni diverse da quelle preventivate, non si sono chiarite alcune cose e tanto altro. Ma soprattutto perché, come sempre succede quando si acquistano diversi giocatori, sarà il campo a parlare. Ciò che è chiaro a tutti, però, è che l'estate nerazzurra lascia dei dubbi che probabilmente ci porteremo dietro per tutta la stagione.
Dai 100 milioni spesi senza aggiungere un titolare 'certo' - Sucic probabilmente lo diventerà, o forse lo è già - alle situazioni Lookman e Konè gestite in maniera pessima a livello comunicativo, l'impressione è che dall'addio di Inzaghi in avanti la dirigenza sia stata sorpresa da una serie di situazioni. Cosa lo fa pensare? Il fatto che si siano cambiate (solo mediaticamente? Magari non lo sapremo mai) tante strade. L'assalto al giocatore dell'Atalanta, poi le voci su Leoni, poi il tentativo per il centrocampista della Roma. Gli interrogativi sulle direzioni intraprese dall'Inter in estate nascono da qui.
L'ultima situazione in ordine temporale forse è l'unica che si è davvero risolta in modo chiaro. Fuori Pavard e dentro Akanji, una doppia operazione che almeno sulla carta non sposta tanto. Ma che ha fatto emergere tutti i limiti del mercato dell'Inter: si era fatta una scelta (l'ex Bayern è sempre stato 'cedibile'), poi il passo indietro (apparente conferma, tanto da giocare titolare la 1° con il Torino), poi la nuova mossa a sorpresa in extremis (cessione del francese e arrivo dello svizzero).
A condire il tutto, c'è uno dei grandi temi del mercato: il mancato acquisto di un difensore più giovane da affiancare ad Acerbi e De Vrij. Akanji non sarebbe stato l'identikit giusto a causa dell'età, ma il suo arrivo senza la partenza di Pavard avrebbe fatto alzare notevolmente il livello. Invece si era deciso che senza uscite era impossibile far entrare qualcuno, nemmeno in prestito. Anche se le risorse e lo spazio c'erano, perché il costo rosa 2025-26 è sceso rispetto alla stagione scorsa, quella del record storico di ricavi.
L'estate poteva essere uno spartiacque, l'occasione di superare gli scorsi quattro anni investendo tanto (cosa che in realtà è accaduta, ma non fino in fondo) ma soprattutto 'liberandosi' di più giocatori di quelli che in realtà hanno salutato Appiano. Il tifoso si aspettava di più, dopo la fine della scorsa stagione.
Il colpo in grado di far sognare la piazza alla fine non è arrivato. La rivoluzione neanche. La speranza è una: che si riesca a sapere se l'operato del club sul mercato sia stato frutto di indicazioni-paletti della società, o da qualsiasi altro ostacolo. Lo meriterebbero anche i tifosi, costretti a interrogarsi alla fine di un mercato che si era aperto pieno di speranze poi disattese.






