
Diouf, da incognita a principio del cambiamento? L'idea da cui deve nascere una nuova Inter
Ogni cambiamento necessita di un principio d'azione, una scelta strategica su cui fondare la ricostruzione che si intende attuare. L'Inter dell'estate del 2025, alla luce del modo in cui si è conclusa la precedente stagione, aveva necessariamente bisogno di una svolta che partisse dalla panchina e si traducesse in una rivoluzione sostanziale della sua rosa.
Tale scenario, in vero, non si è compiutamente verificato. All'approdo di Cristian Chivu sulla panchina nerazzurra non è seguita una strategia sul mercato che fosse coerente con l'idea di adattare la squadra - in ogni suo reparto - alle idee tecniche e tattiche dell'allenatore rumeno. Così si è giunti a una situazione nella quale la realtà sostanziale non coincide con i proclami della dirigenza nel contesto della finestra estiva di mercato conclusasi l'1 settembre. Un caso evidente, in tal senso, è quello delle parole del ds nerazzurro Piero Ausilio a proposito della volontà di ingaggiare Ademola Lookman dall'Atalanta: un'intenzione sfumata, nel giro di qualche settimana, senza dare alcuna spiegazione alla tifoseria.
L'unica novità ravvisabile, finora, nell'11 titolare dell'Inter è la presenza di Petar Sucic a centrocampo. La cui presenza contro l'Udinese ha testimoniato la fiducia riposta da Chivu nei suoi riguardi - anche in ottica titolarità futura ai danni di Henrikh Mkhitaryan. Per il resto, quanto visto nei primi due impegni ufficiali contro il Torino e i friulani ha consegnato un quadro sostanzialmente assimilabile a quello osservato nella scorsa stagione. Con due nodi che emergono in maniera evidente: il mancato ringiovanimento del reparto difensivo e l'assenza di una figura in grado di alterare gli equilibri in fase offensiva.
La domanda sorge dunque spontanea: almeno un problema è stato risolto in sede di mercato, così da lasciar intravedere il seme del cambiamento su cui fondare la ripartenza nerazzurra? La risposta può essere positiva, ma sarà il campo a dare il responso definitivo. Ciò dipenderà dalla capacità del nuovo acquisto a centrocampo, Andy Diouf, di integrarsi in fretta negli schemi con cui il tecnico rumeno sta provando a delineare la fisionomia di una nuova Inter. Di una squadra verticale, capace di attuare un pressing alto per trasformare rapidamente l'azione da difensiva in offensiva. E, in modo non meno rilevante, in grado di sostenere il confronto con reparti di centrocampo solidi, strutturati e dall'elevato tasso di fisicità.
Come comprovato dalle difficoltà sperimentate dai nerazzurri contro l'Udinese, una delle squadre maggiormente dotate in tal senso, l'Inter ha bisogno di una figura dotata delle caratteristiche di Diouf. Di un profilo che possa contribuire a incrementare il grado di muscolarità del centrocampo nerazzurro, così da associare alle qualità di cui esso è già presente un valore aggiunto del quale è effettivamente lacunoso. Per fondare un cambiamento che, pur se non costruito in ogni sua premessa, deve rappresentare la cifra caratteristica della nuova Inter di Chivu.







