
Altro processo a Leao... Uno schiaffo in Australia. Cardinale cittadino italiano, perché? W la pace!
Non siamo neanche a metà ottobre, è rientrato dopo un mese e mezzo di assenza, ha giocato 2 spezzoni contro Napoli e Juventus, ma Rafa Leao è già sotto processo. È il suo destino, un destino che lo condanna ad essere paragonato dai miopi - o da quelli in malafede - a Cassano o Balotelli, con i quali non ha davvero niente che spartire dal punto di vista caratteriale, tanto meno quello comportamentale. Quei due erano (e sono) in perenne lite con il mondo, come se tutti ce l'avessero con loro... quasi predestinati nel ricettare il male: mai nessun esame di coscienza, nessun passo indietro, anzi una rabbia che lievita col passare del tempo.
Leao è altro. Possiamo accusarlo di leggerezza, di essere infantile, di andare in campo con una superficialità nelle scelte e talvolta nelle giocate, da irritare il più strenuo dei suoi sostenitori (come me), ma certamente non di arroganza, né di sfacciataggine. Al contrario, il suo sorriso perenne rende l'idea della filosofia scanzonata che lo accompagna ed è questo l'aspetto insopportabile della vicenda. Manda fuori di cotenna i suoi allenatori, per quanto si applichino nel tentativo di farlo maturare. Ibrahimovic da giocatore espresse quasi un segnale di resa quando, interrogato su Rafa, rispose che gli aveva parlato così tanto da non avere più niente da dirgli.
Come tutti, mi auguro ardentemente di vederlo più presente, più intenso, più costante, più determinato: vero che la sua natura è svolazzante, nella vita però si può cambiare per migliorare. Altrimenti è inevitabile subìre critiche feroci, sfottimenti, smorfie di disappunto, cattiverie gratuite come la presunta (smentita) sfuriata di Allegri negli spogliatoi a Torino dopo la partita. Ancora oggi il futuro di Rafa Leao è sulle spalle di Rafa Leao: prendere o lasciare. Non sono 2 gol sbagliati a cambiare il giudizio: lo saranno i numeri da qui alla fine della stagione.
Nel frattempo il Milan mette in fila belle prove e risultati positivi, senza centravanti: Gimenez è attorcigliato su sé stesso, si muove bene, fa sponda, fa spazio a Pulisic soprattutto, ma non segna. E qualche litigata di troppo con i fondamentali fa storcere il naso. Nkunku arriverà, prima o poi, alla migliore condizione. Di centravanti puro tra Gimenez, Leao e Nkunku c'è solo il messicano. Allegri avrà il compito di mantenere l'alchimia quando la spalla di Pulisic dovesse cambiare. Teniamoci l'assetto di una squadra che ha ricominciato a comportarsi tale con spirito, tempra, atteggiamento.
Da qualsiasi parte la si giri, la decisione di giocare Milan-Como a Perth nel febbraio 2026 è uno schiaffo ai tifosi. Felicissimo per i rossoneri che vivono in Australia, anzi mando un saluto particolare al Milan Club Adelaide che ho avuto il piacere di ospitare su MilancommunityTv (quando da loro erano le 4 di notte...) e ai molti Milan Club sparsi laggiù. Per loro, come ha ben detto Gianni Jamal Nasri - presidente del club di Perth - è "gratitudine eterna", lo capiamo tutti perfettamente. E però. E però i però si sprecano. E' un'iniziativa insensata per il pubblico e per le squadre, alleviata dalla gioia che proveranno i milanisti residenti così lontano. Un esperimento irripetibile, perché la mercificazione del calcio sta raggiungendo picchi davvero inaccettabili.
Gerry Cardinale incassa la proposta del Consiglio dei Ministri di conferirgli la cittadinanza italiana per meriti speciali. Una beffa per chi da anni si sente svuotato di passione, appartenenza e partecipazione da un proprietario che brilla per assenza, ma una motivazione che va letta con serenità, con equilibrio: "Ha dato un fortissimo impulso a iniziative di solidarietà e inclusione sociale attraverso lo sport, promuovendo attività rivolte in particolare a giovani detenuti in condizione di fragilità ed esposti a rischio di marginalizzazione".
Capisco lo scoramento che qualcuno sta vivendo addirittura come una beffa, credo però che alla base di un impegno con questi crismi, un riconoscimento sia lecito. Forse sarebbe stato sufficiente un attestato di benemerenza, prima del conferimento della cittadinanza a qualcuno che in Italia non viene mai, in ogni caso mi auguro che contribuisca a sensibilizzare Gerry Cardinale sull'amore e la passione degli italiani. A tutto tondo.
È stato un grande giorno, giovedì 9 ottobre 2025: la notizia della pace tra Israele e la Palestina ci toglie un macigno dalle anime, dalle coscienze, dal cuore. La data: 2025. Dopo secoli, millenni di storia, i potenti del mondo ancora non hanno capito che l’umanità (non il pianeta) va salvata dalla sua stessa eliminazione, difendendo la propria esistenza e il suo habitat prima di ogni cosa. La guerra non è mai stata una soluzione, non è mai stata una via d’uscita. Si uccidono estranei per colpa di feroci assassini che tra di loro si conoscono benissimo. Basta, adesso basta! Sono il dialogo, la discussione, le liti anche, a sostenere la pace. Mai la guerra, specie se combattuta contro nemici disarmati, impotenti, disperati: questa si chiama in un altro modo, scegliete voi se genocidio, omicidio, strage, barbarie… Non fa alcuna differenza di fronte al semplice concetto di giustizia, calpestata e buttata via.






