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No ristrutturazione: Inter e Milan, un nuovo stadio a fianco al Meazza. Si riparte da zero
È il 2024, ma sembra il 2019. Il futuro di San Siro fa un salto al passato, dopo cinque anni nei quali Inter e Milan, non sempre con le idee chiarissime, hanno vagliato una serie di piani per uno stadio. Insieme o no, rifacendo il Meazza o fuori Milano, con Rozzano e San Donato rispettivamente quali piani prima A, poi B, poi di nuovo A. E da oggi forse C.
In un modo o nell'altro, la giornata di ieri fa segnare una svolta, anche se dal sapore retrò. A Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, sono tornate le dirigenze dei due club: l'ad nerazzurro Alessandro Antonello, insieme a due esponenti della proprietà Oaktree, e l'ad rossonero Giorgio Furlani, senza il presidente milanista Paolo Scaroni assente per motivi personali.
L'interlocuzione con il sindaco Beppe Sala è andata come da previsioni: Inter e Milan hanno detto no alla ristrutturazione del Meazza, ritenuta troppo costosa nel rapporto costi benefici. Ma hanno aperto alla possibilità di uno stadio insieme nel territorio milanese, a patto di rispettare tre condizioni: "Sapere esattamente qual è il valore di San Siro e delle aree, la valutazione è stata affidata all'Agenzia delle Entrate - le ha elencate lo stesso Sala - capire più in dettaglio il vincolo della soprintendenza qualora lo stadio diventi di proprietà delle due squadre, e infine i tempi necessari per l'operazione. Io ho chiesto una sola cosa: per avviare operativamente le procedure ho bisogno della conferma che quella sarà l'unica ipotesi che resterà in campo per le due società".
I prossimi passi. Il primo sarà un nuovo incontro, a quattro con la soprintendenza, per delimitare i confini del vincono sul secondo anello, che scatterà dal 2025 e sicuramente escluderà l'abbattimento del Meazza. In mano privata, però, potrebbe consentire di intervenire in maniera comunque corposa. Poi si attenderà la stima dell'Agenzia delle Entrate, e a quel punto Sala farà la propria richiesta formale: si va avanti su questa strada, solo a patto che Inter e Milan dicano addio a Rozzano e San Donato. Dai due club, che stanno dialogando da tempo sulla possibilità di un impianto condiviso a San Donato, posizioni interlocutorie ma l'idea è che un nuovo stadio in zona San Siro sia la soluzione più convincente per entrambi.
E la finale Champions League? Rischia di sfumare, almeno nel 2027. FIGC e soprattutto UEFA aspettano risposte definitive sulla possibilità di ospitarla a Milano, la deadline è fissata al 24 settembre, giorno del comitato esecutivo UEFA a Praga. Dal Comune fanno sapere che è tutta questione di tempistiche, senza sbilanciarsi: a oggi, è molto difficile pensare che possano essere rispettate.
In un modo o nell'altro, la giornata di ieri fa segnare una svolta, anche se dal sapore retrò. A Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, sono tornate le dirigenze dei due club: l'ad nerazzurro Alessandro Antonello, insieme a due esponenti della proprietà Oaktree, e l'ad rossonero Giorgio Furlani, senza il presidente milanista Paolo Scaroni assente per motivi personali.
L'interlocuzione con il sindaco Beppe Sala è andata come da previsioni: Inter e Milan hanno detto no alla ristrutturazione del Meazza, ritenuta troppo costosa nel rapporto costi benefici. Ma hanno aperto alla possibilità di uno stadio insieme nel territorio milanese, a patto di rispettare tre condizioni: "Sapere esattamente qual è il valore di San Siro e delle aree, la valutazione è stata affidata all'Agenzia delle Entrate - le ha elencate lo stesso Sala - capire più in dettaglio il vincolo della soprintendenza qualora lo stadio diventi di proprietà delle due squadre, e infine i tempi necessari per l'operazione. Io ho chiesto una sola cosa: per avviare operativamente le procedure ho bisogno della conferma che quella sarà l'unica ipotesi che resterà in campo per le due società".
I prossimi passi. Il primo sarà un nuovo incontro, a quattro con la soprintendenza, per delimitare i confini del vincono sul secondo anello, che scatterà dal 2025 e sicuramente escluderà l'abbattimento del Meazza. In mano privata, però, potrebbe consentire di intervenire in maniera comunque corposa. Poi si attenderà la stima dell'Agenzia delle Entrate, e a quel punto Sala farà la propria richiesta formale: si va avanti su questa strada, solo a patto che Inter e Milan dicano addio a Rozzano e San Donato. Dai due club, che stanno dialogando da tempo sulla possibilità di un impianto condiviso a San Donato, posizioni interlocutorie ma l'idea è che un nuovo stadio in zona San Siro sia la soluzione più convincente per entrambi.
E la finale Champions League? Rischia di sfumare, almeno nel 2027. FIGC e soprattutto UEFA aspettano risposte definitive sulla possibilità di ospitarla a Milano, la deadline è fissata al 24 settembre, giorno del comitato esecutivo UEFA a Praga. Dal Comune fanno sapere che è tutta questione di tempistiche, senza sbilanciarsi: a oggi, è molto difficile pensare che possano essere rispettate.
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