Omicidio Claris, lo zio avvocato: "Dormiva, poi è sceso in strada perché ha saputo della rissa"

Bergamo è scossa per il dramma che si è vissuto nella notte, con l'omicidio di Riccardo Claris, tifoso dell'Atalanta, ucciso da una coltellata. Lo zio avvocato, Luca Salvioni, al Corriere di Bergamo, ha spiegato l'accaduto raccontando anche chi era suo nipote: "C’era in atto un conflitto fra due gruppi. Lui era a casa a dormire in Borgo santa Caterina, dove abita con la mamma, erano le 23.30. Lo ha avvisato la sua fidanzata della rissa e lui malauguratamente è sceso.

Era laureato in Economia e commercio - prosegue lo zio - , specializzato in Lussemburgo, ed era appena stato assunto a tempo indeterminato in una società finanziaria di Milano. Era uno studente modello, un ragazzo veramente per bene.

Nella sua vita c'era anche lo stadio: «Frequentava la Curva, ma senza mai aver avuto nessun tipo di problema. In maniera sana era un tifoso dell’Atalanta. Fatico a capire come sia finito in questa gazzarra e i motivi per cui c’è stata». Riccardo Claris aveva giocato nelle giovanili dell’Albinoleffe e poi nella Gavarnese.

Un grande striscione bianco con la scritta “Claris ovunque con noi” in lettere nerazzurre è stato esposto oggi dai tifosi dell’Atalanta nel settore ospiti dell’U-Power Stadium di Monza, durante la sfida di Serie A contro i brianzoli. Un gesto forte e carico di significato per ricordare Riccardo Claris, il 26enne tifoso bergamasco tragicamente scomparso la notte scorsa in una rissa scoppiata a Bergamo tra sostenitori dell’Atalanta e dell’Inter.

La Curva atalantina ha voluto così rendere omaggio a uno dei suoi, con un messaggio che va oltre il calcio e testimonia quanto profondo fosse il legame tra Riccardo e la comunità nerazzurra. Un ricordo che, nonostante l’assurdità della tragedia, resterà impresso nel cuore di chi lo conosceva e lo stimava, e che continuerà a vivere nel tifo e nella passione della curva.