
10 maggio 2014, a San Siro c'è l'ultima di Javier Zanetti. Con il numero 4 sulla schiena
Il 10 maggio del 2014, a San Siro, si gioca Inter-Lazio. Ed è l'ultima volta che Javier Zanetti indossa la maglia numero 4, dopo diciannove anni, 858 partite. Era arrivato a Milano come comprimario del più conosciuto Rambert, che avrebbe dovuto fare le fortune dell'attacco nerazzurro. Non andò così, tutt'altro. Invece Zanetti è riuscito a entrare nel cuore dei tifosi, ma non solo.
Cinque Scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane, una Coppa UEFA e una Champions League, più il Mondiale per Club. Tredici le presenze nel suo ultimo campionato,
Commentando così. "È arrivato il momento. Dopo l’infortunio mi ero riproposto di dimostrare che potevo essere ancora competitivo, l'ho fatto e mi sento completo e realizzato. Ritirarmi a 41 anni sentendomi ancora bene e in forma non ha prezzo. Per me, è un immenso valore, e ora è il momento giusto. Quando ho firmato il contratto mi hanno fatto scegliere un’auto. Ho preso una BMW, ma il giorno prima dell’allenamento avevo una sensazione strana. Ho telefonato a Giuseppe Bergomi e gli ho chiesto se fosse giusto farmi vedere in BMW: non volevo dare un’impressione sbagliata ai nuovi compagni. Quando sono arrivato al parcheggio, ho visto che la mia macchina era la più brutta e mi sono sentito decisamente meglio".
Cinque Scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane, una Coppa UEFA e una Champions League, più il Mondiale per Club. Tredici le presenze nel suo ultimo campionato,
Commentando così. "È arrivato il momento. Dopo l’infortunio mi ero riproposto di dimostrare che potevo essere ancora competitivo, l'ho fatto e mi sento completo e realizzato. Ritirarmi a 41 anni sentendomi ancora bene e in forma non ha prezzo. Per me, è un immenso valore, e ora è il momento giusto. Quando ho firmato il contratto mi hanno fatto scegliere un’auto. Ho preso una BMW, ma il giorno prima dell’allenamento avevo una sensazione strana. Ho telefonato a Giuseppe Bergomi e gli ho chiesto se fosse giusto farmi vedere in BMW: non volevo dare un’impressione sbagliata ai nuovi compagni. Quando sono arrivato al parcheggio, ho visto che la mia macchina era la più brutta e mi sono sentito decisamente meglio".
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