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È un’Italia di cui andare fieri: non solo per i risultati, ma per il 'coraggio' di esporsiTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 09:00Calcio femminile
di Tommaso Maschio

È un’Italia di cui andare fieri: non solo per i risultati, ma per il 'coraggio' di esporsi

È un’Italia di cui andare fieri. Quella che nei giorni scorsi ha conquistato i quarti di finale dell’Europeo, a distanza di 12 anni dall’ultima volta, e che andrà a giocarsi l’accesso a una ancor più storica semifinale contro la Norvegia è infatti una squadra che non solo ottiene risultati sul campo, ma è capace anche di mandare messaggi positivi che vanno oltre il rettangolo verde in cui si gioca. Messaggi universali, ma che troppo spesso non trovano spazio nel mondo del calcio – specialmente quello declinato al maschile – poiché considerati ‘troppo politici’. Anche se poi certe squadre (la Juventus) non si fanno problemi a presenziare in uno studio ovale mentre il presidente degli Stati Uniti parla di piani di guerra e bombardamenti o si lancia in discorsi transfobici generando solo un lieve imbarazzo negli astanti. Lo stesso presidente – Donald Trump per chi non l’avesse capito – che poi si ferma a festeggiare in mezzo ai giocatori del Chelsea il titolo del Mondiale per Club quasi fosse qualcosa anche di suo. Le Azzurre in questo Europeo sono scese in campo in ogni partita con un polsino speciale con una semplice scritta come ‘Peace’ per lanciare un piccolo monito verso un mondo in cui i venti di guerra spirano sempre più forti e assiste a quella che Papa Francesco, e non solo lui, considerava una ‘Terza Guerra Mondiale a pezzi’. “È un invito in questo momento alla pace, perché è quello che vogliamo tutte e visto che questo è un evento importante volevamo mandare questo messaggio", ha spiegato Emma Severini dopo la sfida col Portogallo facendo sponda a Elena Linari che dopo il successo sul Belgio si era espressa così: “Abbiamo deciso di sentirci solidali nei confronti delle persone che stanno soffrendo, anzi qualcosa di più, da fa fin troppo tempo e speriamo che prima possibile possa tornare la pace nel mondo". La stessa Linari, fresca di laurea, nell’ultima sfida della fase a gironi ha indossato una fascia arcobaleno al braccio – sulla sia di quanto fatto in passato da Sara Gama e Cristiana Girelli in passato – in omaggio alla comunità LGBTQ+ spiegando così la scelta: “Penso che sia una forma di rispetto e di apertura per tutto quello che può venire. Le nostre sono sempre prese di posizione molto belle". La centrale di difesa del resto lo scorso ottobre era stata una delle firmatarie di una lettera di calciatrici internazionali contro l'accordo tra la FIFA e il colosso petrolifero saudita Aramco. A questo si aggiungono le parole del ct Andrea Soncin che da quando siede sulla panchina dell’Italia ha sempre ribadito che il “calcio è calcio” e non esiste il calcio maschile e il calcio femminile e soprattutto ha spesso utilizzato il ‘femminile sovraesteso’ per parlare e commentare le prestazioni della squadra dimostrando che basta poco, un po' di attenzione in più, per utilizzare un linguaggio più inclusivo. Un’Italia da tifare e sostenere dunque non solo per i risultati sportivi, ma anche per la capacità di veicolare al grande pubblico messaggi positivi prima ancora che ‘politici’.