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Inter, scarsa lucidità e vecchi difetti. Ma per Chivu non è tutto da buttareTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 07:00Serie A
di Bruno Cadelli

Inter, scarsa lucidità e vecchi difetti. Ma per Chivu non è tutto da buttare

Giocare bene a calcio a volte non basta. E spesso non serve nemmeno avere dominio territoriale per ampi tratti della partita se poi, quando conta, si scivola sul più bello. Da 2-3 a 4-3 in nove minuti. Prima la testata di Kephren Thuram, poi il tuono di Adzic. La sconfitta dell’Inter nel derby d’Italia è stata questo e qualcosa in più. Il manifesto di una squadra prigioniera del suo passato nei pregi ma soprattutto nei difetti. C’è tanto da riflettere per i giocatori nerazzurri, protagonisti nel bene e nel male nell’ennesima serata da incubo all’Allianz Stadium. La partita con il Torino vinta in maniera roboante sembrava il preludio verso una nuova strada. Sia mentalmente che tatticamente. Ma i numeri non mentono e oggi condannano Chivu: due sconfitte consecutive e sei punti di distanza dalla vetta. Senza la prodezza del numero diciassette montenegrino probabilmente si parlerebbe di un “pareggio più giusto”, come ammesso da Tudor. Ma la giustizia, nel calcio, è un concetto abbastanza effimero. E le leggi del pallone oggi condannano l’Inter forse oltre i suoi demeriti. Calhanoglu ritrovato e dominio del campo. Cosa salva Chivu nella serata dello Stadium L’Inter scesa in campo a Torino ha mostrato la sua versione migliore in pochi ma significativi aspetti. Il primo, lampante, è la prestazione di Hakan Calhanoglu. Il turco apparso appannato con l’Udinese ha tirato fuori una prestazione convincente, nonostante non sia stato perfetto in copertura. Due gol d’autore all’interno di un collettivo capace di schiacciare la Juventus nella sua metà campo per buona parte della gara. Un’Inter meno nevrotica ma allo stesso tempo poco imprevedibile, come già accaduto nel passato durante la gestione Inzaghi. Leggerezze individuali e zero pragmatismo. Le ragioni del ko nerazzurro Sul gol di Lloyd Kelly il neo acquisto Akanji macchia la prestazione accorciando in ritardo. Bastoni è ingenuo trattenendo Openda e causando la punizione da cui nasce il 3-3. Sommer ci mette del suo, soprattutto sul gol partita. Chivu fa bene a non condannare i singoli nelle grandi partite sono i dettagli a fare la differenza. L’Inter, nel complesso, ha acceso e spento l’interruttore troppe volte. Alla fine è calato il buio soprattutto nel finale di gara come ammesso dall’allenatore rumeno in conferenza stampa: “È mancata lucidità nel capire i momenti. Tirare fuori pragmatismo e concretezza ci avrebbe permesso di tornare a Milano più felici". E la Champions League incombe