
Tutto il mondo ora conosce Pio Esposito. Un ventenne che non ha fatto rimpiangere Lautaro
“Adesso tutto il mondo conosce Pio Esposito”. Il titolo l’ha dato Marcus Thuram, mattatore del successo dell’Inter in casa dell’Amsterdam. Scelto come titolare al posto di Bonny, vista l’assenza di Lautaro Martinez, il centravanti italiano classe 2005 ha risposto presente alla chiamata di Cristian Chivu, che di lui si è fidato per anni in Primavera e che su di lui ha puntato nella sua prima partita delicata da allenatore dell’Inter.
Nessun gol, ma... Quarantasette tocchi, con una precisione del 73% e tanti altri numeri da incorniciare. 0,27 di expected assist, tre passaggi chiave, due duelli aerei vinti su tre e quattro su otto a terra. Quattro falli subiti e poi tutto quello che le fredde statistiche non possono raccontare.
A vent’anni, chiamato ad affrontare un palcoscenico del genere, le ginocchia possono fare giacomo giacomo. Altroché: Pio ha tenuto la palla, ha aperto spazi per gli inserimenti, ha sfiorato un grande assist (male Dumfries nell’occasione), ha impegnato fisicamente una difesa sì giovane ma con maggior esperienza di lui. La rete, in questo contesto, diventa quasi un dettaglio. Come quello che Esposito può migliorare: qualche palla persa di troppo, alcuni peccati di gioventù. Ma è difficile trovare un attaccante del 2005 che faccia intravedere quello che lascia immaginare questo ragazzone di Castellammare di Stabia. Almeno in Italia.
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