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La mossa del Napoli, i due volti dell’Inter, la matassa del Milan, il gran finale Juve, la regina Como e altro ancora: il perdibile pagellone al mercatoTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

La mossa del Napoli, i due volti dell’Inter, la matassa del Milan, il gran finale Juve, la regina Como e altro ancora: il perdibile pagellone al mercato

Non giriamoci attorno: siamo in regime di sosta, una noia mortale. L’altro giorno è finito il mercato, quella roba che in realtà non finisce mai. Noialtri siam qui a prendere tempo, a temporeggiare, e questo solo e soltanto perché non abbiamo il coraggio di dirvi che, sì, anche noi, in questo editoriale del menga, vi propineremo l’ennesimo insopportabile PAGELLONE DI MERCATO. Si proceda. NAPOLI - 7.5 Mercatone importante per tempistiche e segnali. Ma soprattutto “segnali”: De Laurentiis e compagnia hanno dimostrato di avere una stella polare, ovvero la competitività. Oggigiorno non è una cosa così comune. E te lo hanno fatto vedere gestendo alla grande il guaio Lukaku. Invece di mettere una toppa al risparmio, hanno investito sul meglio che offriva la piazza, Hojlund, pagato come un titolare perché quello dovrà diventare. Forse manca ancora un terzino destro di completamento, forse alcuni giocatori sono costati troppo, ma il dato di fatto è che (quasi) nulla è stato lasciato al caso. Complimenti. INTER - 6 Buone le scelte giovani che, ovvio, andranno pesate ma già così vanno ad accrescere in maniera importante il reparto “seconde linee” (nella speranza che presto possano diventare “prime linee”). Bene anche aver trattenuto tutti i pezzi pregiati della rosa. E quindi Bastoni. E quindi Lautaro. E quindi Barella. E quindi Dumfires (sospiro di sollievo a clausola scaduta). Poi ci sono i lati negativi di una sessione che nella seconda parte è parsa decisamente turbolenta. Ecco, al netto delle questioni tecniche, la sensazione è che all’Inter abbiano sottovalutato la questione ambientale. Una squadra reduce da un finale di stagione sportivamente “drammatico” aveva bisogno di una scossa emotiva, ovvero quantomeno di un colpo di mercato ad effetto, anche a costo di andare contro i propri principi di logica e gestione. E quel colpo quest’estate andava fatto a prescindere, in particolare dopo averlo fatto assaporare alla piazza. Se tu fai intendere che arriverà un giocatore importante, ma poi quel giocatore non arriva (Akanji per Pavard è solo una questione di impellente necessità), diventa difficile far digerire una strategia diametralmente opposta, quella della “linea giovane”, a meno che tutto non vada subito per il verso giusto. Viceversa, al primo inciampo ti devi aspettare che la gente si incazzi, perché gli avevi fatto intendere una cosa (giovani + un colpaccio) e poi gliene hai presentata un’altra (giovani e stop). La squadra - ma qui siamo nel campo dei giudizi personali - resta potenzialmente molto forte, ma adesso è tenuta a fare uno sforzo doppio: se prima doveva dimostrare quel che vale solo agli avversari, ora dovrà convincere anche i suoi stessi tifosi. MILAN - 6 Mercato eccellente in uscita (oltre 200 milioni di palanche), molto più confuso in entrata. Troppi i 60 (e più) milioni investiti per Ricci e Jashari, non perché non siano buoni giocatori, ma in quanto alternativi a Modric. Confusione generale anche in attacco, con il piano tattico che è cambiato così come i “papabili”. Alla fine ti ritrovi con Leao e Pulisic invitati a trasformarsi in prime punte e Gimenez invitato a essere un “di più” pur avendo dimostrato di avere un buon potenziale. Morale? Annata segnata? Neanche per idea. Il mercato sarà pure stato delirante ma, alla fine, ha consegnato ad Allegri una rosa all’altezza dell’unico impegno settimanale e destinata a fare bene se non benissimo (ottimo Rabiot in chiusura). Manca qualche alternativa dietro, è vero, ma sembra un problema comune a tante squadre. JUVENTUS - 7 Fino a una settimana fa non avremmo mai immaginato di poter dire “bravo Comolli”, ma ora ci sembra doveroso: bravo Comolli. Il neo dirigente bianconero ha zigzagato tra paletti rigidissimi (eredità di Giuntoli) e situazioni complicate (vedi “caso-Vlahovic”) ma, alla fine, se l’è cavata egregiamente. Ha venduto ai suoi prezzi i giocatori fuori dal progetto (Savona, Nico, Douglas Luiz), ha rilanciato le ambizioni bianconere con un sontuoso doppio colpo in avanti: Zhegrova e Openda, per un attacco stra-completo e parecchio competitivo. Kolo Muani? Certe cifre non avevano senso. ROMA – 6.5 Il mancato arrivo di un centravanti di peso… pesa sul giudizio generale e sull’umore di Gasperini, già segnato dal ko sfortunatissimo di Bailey. Per il resto il lavoro di Massara è stato lucido e logico, soprattutto perché indirizzato dai rigidi paletti dell’Uefa. Ottime le cessioni, stuzzicanti i nuovi, da Wesley a Tsimikas fino ai giovani El Aynaoui e Ziolkowski. E poi Ferguson, giocatore davvero promettente. ATALANTA - 5 Non ci siamo. E non siamo francamente abituati a dire “non ci siamo” quando parliamo di Atalanta. E non c’entra Lookman (la società ha fatto benissimo a mantenere il punto fino all’ultimo e a dimostrare coerenza massima). Eccellente la plusvalenza Retegui, ma la sensazione è che troppi colpi in entrata non abbiano la genialità degli anni passati. Troppi 30 milioni per Musah, forse pure i 25 per Krstovic e i 17 per Zalewski e Ahanor. Tutti giocatori interessanti e che possono far bene, ma profili conosciuti e nessuna vera e propria “scoperta” in puro stile Dea. COMO - 8 Avere il grano è molto, ma non è tutto: bisogna saperlo spendere. Il Como ha il grano ma sa anche spenderlo. E così facendo si è creato un’opportunità nel presente e prova a costruire il futuro. Mezza dozzina di ragazzi stra-promettenti tra i 19 e i 22 anni + Morata regalano ai lariani il nostro (mio) personalissimo scettro di “regina del mercato”, per quel che vale. Forza azzurri. E Forza Ringhio.