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C'era una Juve che vinceva anche perdendo dignitosamente finali di Champions: è giunta l'ora di rialzarsi per una nuova alba bianconeraTUTTO mercato WEB
ieri alle 00:34Editoriale
di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it

C'era una Juve che vinceva anche perdendo dignitosamente finali di Champions: è giunta l'ora di rialzarsi per una nuova alba bianconera

Quando cominci a passare la maggior parte del tempo a guardarti indietro ci sono due motivazioni principali: la prima è un presente che non funziona, la seconda è un futuro che spaventa. Mai come quest'anno, sia pur venendo da anni altrettanto difficili, la Juventus ha vissuto una profonda crisi d'identità e il paradosso è che è accaduto nella stagione in cui chi doveva costruirla si proclamava juventino e desideroso di ristabilire il principio dell'unità ("noi") e dell'anima ("tante teste un solo cuore") ma nulla di tutto questo si è avverato. Anzi, è partito un inconcepibile processo di dejuventinizzazione profonda dello spogliatoio per ricostruire il tutto con un allenatore moderno totalmente a digiuno di ogni minimo principio di juventinità. 

Ma che cos'è la juventinità? Prima di tutto è dipendenza dalla vittoria, odio e repulsione per sconfitta e delusione, indifferenza verso la bellezza a meno che non sia foriera di successi, appartenenza, progettualità, ambizione, fame e cattiveria. Ditemi cosa c'era di tutto questo nella Juve dell'ultima stagione. Vi anticipo: nulla. E dal nulla si sta cercando di ripartire. L'errore più grande commesso da Elkann è stato quello di delegare tutto a Giuntoli, salvo poi rendersi conto quasi sin da subito che era una scelta che non avrebbe premiato ma, anzi, avrebbe creato non solo ostacoli per la crescita ma distrutto quel poco di buono e bianconero che ancora c'era nella squadra. Giusto, anzi, doveroso prendere un immediato provvedimento e sollevare dall'incarico chi ha distrutto invece di costruire e cominciare a ristrutturare la basi della società di cui, al momento, faranno parte Damien Comolli e Giorgio Chiellini in attesa di un ds (Mazzara?) e probabilmente anche Tognozzi come responsabile area scout. Il tutto potrebbe essere impreziosito dal ritorno di Antonio Pintus che si occuperà del cuore e dell'anima dei giocatori.

Su queste nuove basi e con questo tipo di competenze e, soprattutto, facendo tesoro degli errori commessi, l'allenatore potrebbe anche essere Tudor e questo senza considerarlo un passo indietro. Chiaramente i sogni sono legati ad altri nomi, il sottoscritto ha sempre sponsorizzato Luis Enrique (che ora piace a tutti) ma anche Zidane o Klopp sarebbero scelte di grande prestigio ma se le alternative a Tudor fossero Pioli o Mancini o qualche improbabile allenatore di seconda fascia inglese, allora mi tengo stretto il croato che avrebbe tempo e struttura per lavorare meglio e stupire tutti. Ma dopo le basi, la costruzione della società, bisogna seguire le indicazioni mostrate al mondo del calcio da Luis Enrique nel 5-0 con cui ha mortificato l'Inter in finale di Champions: anima e gruppo sopra ogni cosa e cura dei dettagli. Se a questo si dovesse aggiungere anche qualche acquisto di qualità la Juventus potrebbe tornare a respirare aria di casa e rilanciarsi il prossimo anno puntando al massimo senza proclamare obiettivi non da Juve ma assumendosi le responsabilità delle proprie scelte e delle ambizioni prestigiose del club. 

A proposito della finale di Champions: ricordate a tutti con orgoglio che, anche se non le ha vinte, le ultime due le ha perse contro squadre fortissime mentre collezionava scudetti e coppe nazionali in serie.