Igor Tudor meglio di tanti altri. Però non deve essere sacrificato subito

Nel 2011, quando una parte di Juventus spingeva per Antonio Conte, in molti storcevano la bocca. Perché se da una parte la juventinità non era in discussione, dall'altra il pedigree non era quello adatto. O meglio, dopo avere vinto la Serie B due volte, in parecchi si ricordavano i mesi in A all'Atalanta. Un fallimento totale, che lo avevano posto come potrebbe essere Gasperini ora: un ottimo allenatore, ma da piccole, con un carattere che mal si concilia alle grandi. Poi è arrivato alla Juventus, ha vinto un campionato in maniera sorprendente - rispetto all'anno prima - e si è guadagnato uno status.

La situazione è simile a quella di Tudor che, da par suo, ha allenato piazze importanti. Come Galatasaray oppue Olympique Marsiglia, arrivando alla Juve dopo avere risolto il contratto con la Lazio. Non l'ultimo scappato di casa, insomma, che però ha avuto un grande difetto: essere il secondo di Andrea Pirlo in tempi relativamente recenti. Cosa significa? Che lo standing dovrebbe essere differente, per il tecnico della Juve che si gioca Mondiale per Club e Champions dell'anno prossimo.

La realtà una questione di etichette. Conte era probabilmente la scelta migliore. Gasperini è considerato come perennemente acerbo, dal punto di vista caratteriale. Tudor è meglio di tanti altri accostati in queste ore. Però pecca di appeal, di vittorie, non tanto di esperienza o di risultati. Se Comolli lo confermerà sarà più per una mancanza di alternative che non per una scelta consapevole. Quindi bene Tudor, a patto che non diventi il capro espiatorio alle prime due sconfitte di fila.