
La Juve di Tudor torna sulla terra, contro un City di un altro pianeta
Qualcuno forse si era illuso dopo le due vittorie contro avversari mediocri, ci pensa il Manchester City a riportare la Juve di Tudor nella realtà. Dura. Il divario tecnico tra le due squadre è imbarazzante. Nemmeno l'ingresso nella ripresa di Yildiz, Thuram e Cambiaso, esclusi dai titolari nel segno del turn over (vista la qualificazione agli ottavi del Mondiale per Club già in tasca) riesce ad attenuare la differenza. Anzi, semmai si acuisce, i bianconeri sembrano impotenti e dall'altra parte entra un certo Haaland. Ma a prescindere dai singoli, il gioco corale degli uomini di Guardiola sembra un anestetico per la truppa di Tudor. Tornata immediatamente sulla terra, semmai avesse fatto qualche volo pindarico dopo aver battuto Al-Ain e Wydad. Ora bisogna voltare pagina subito, pensare al prossimo impegno e soprattutto la società deve prendere atto che la rosa va rinforzata in maniera decisa se vuole competere a certi livelli. Emblematiche le parole di Tudor: “Troppo City per noi”. Purtroppo è vero.
Paradossalmente il tonfo contro Guardiola potrebbe fare bene alla Juve, sicurmanete fa scattare l'allarme. In novanta minuti vengono cancellate alcune certezze, per esempio la voglia di lottare, aggredire, andare avanti. In realtà non è stato possibile perché l'avversario ha avuto sempre la gara in mano. La banda di Pep del resto chiude con il 76% di possesso palla, 24 tiri (di cui 11 in porta) contro i 5 dei bianconeri, 2 tra i pali custoditi da Ederson. Dal naufragio si salva solo Di Gregorio, bravo ad evitare un passivo peggiore. Locatelli si limita a parlare di errori commessi. Vero, i primi due dei cinque gol subiti, sono autentici regali, fantozziana l'autorete di Kalulu. Le statistiche di cui sopra però vanno oltre, non ammettono repliche e raccontano di una superiorità schiacciante dei Citizens. Sotto ogni aspetto. Nessuna tragedia, sia chiaro, ma bisogna rimboccarsi le maniche e riprendere la retta via, soprattutto quella verso l'umiltà. Tudor dovrà indossare ancora una volta il camice dello psicologo: resettare è la parola d'ordine. Per evitare altre figuracce.
Spesso da batoste come questa s'impara. Mondiale per Club a parte, Comolli deve cominciare a mettere a segno qualche colpo di mercato, in vista della prossima stagione. Tudor ha parlato di tre/quattro elementi per essere competitivi e lottare per lo scudetto. Urge un attaccante in grado di segnare 20/25 gol, un centrocampista che costruisca il gioco, probabilmente anche un difensore. A prescindere dai nomi, c'è bisogno di certezze, non di scommesse. Solo così si potrà innalzare veramente il livello della squadra. Altrimenti la Juve è destinata ad un'altra stagione di sofferenza.







