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Tous Fajardo (ex preparatore atletico Juve) a BN: "Gli infortuni di Pogba? Ho il sospetto che il lavoro atletico con Conte non sia stato proseguito in Premier..."TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 25 maggio 2023, 14:00Primo piano
di Matteo Barile
per Bianconeranews.it

Tous Fajardo (ex preparatore atletico Juve) a BN: "Gli infortuni di Pogba? Ho il sospetto che il lavoro atletico con Conte non sia stato proseguito in Premier..."

C’erano tante aspettative intorno a Paul Pogba nel corso di questa stagione. Il centrocampista francese è tornato alla Juventus dopo sei anni, trascorso in chiaroscuro. Tuttavia, l’ombra degli infortuni, che lo ha accompagnato nella seconda epopea inglese, lo sta martoriando anche in questa nuova vita in bianconero. La lesione, patita al retto femorale della coscia sinistra nel corso della gara contro la Cremonese, è solo l’ultima delle “noie” fisiche, che hanno colpito il numero 10 di Madama. Quest’evenienza fa sorgere due domande spontanee: cosa ci cela dietro queste recidive fisiche e muscolari? Pogba può tornare il giocatore, ammirato nella sua prima esperienza juventina. Per avere delle risposte concrete, la redazione di Bianconera News si è affidata a Julio Tous Fajardo. Di seguito, proponiamo il contenuto integrale dell’intervista ESCLUSIVA all’ex preparatore atletico della Juventus, in forza alla Vecchia Signora nello staff di Antonio Conte dal 2011 al 2014.

Nella sfida contro la Cremonese, Pogba si è fatto male al retto femorale della coscia sinistra. Quanto è delicato un infortunio del genere per un giocatore, già soggetto a ricadute?

Gli infortuni muscolari non sono una roba preoccupante, se non si verificano casi di ossificazione del muscolo. Solo quando accade questa situazione, e al retto femorale può succedere, allora sì che ci sono problemi. Qualora l’ossificazione si rompesse nel punto infortunato, ci si dovrebbe allarmare, perchè, nel tessuto muscolare si verrebbe a formare una parte ossea. Sicuramente c’è preoccupazione, visto che è stato tanto tempo fermo rispetto all’infortunio precedente. Tempi di recupero? In generale, mi sento di dire che la lesione muscolare non è una c*****a. Rispetto al calcio, parliamo di un contesto decisamente molto frequente. Di solito, il bicipite femorale, il retto femorale, polpaccio e adduttori sono quei muscoli maggiormente sollecitati tra gli infortuni, che capitano all’interno di una squadra professionistica”.

In virtù del suo trascorso decisamente ricco di infortuni, i tempi di recupero possono essere più lunghi del previsto rispetto a quelli “standard” dei venti giorni?

Sì, può essere, ma, soprattutto, perché sicuramente lo staff medico della Juve andrà coi piedi di piombo per evitare una recidiva. Il rischio di un infortunio aumenta straordinariamente, quando c’è stato un altro infortunio pregresso. Loro, ovviamente, aspetteranno nell’avere la sicurezza relativa al suo pronto recupero, che gli consentirà di ritornare in campo. I medici possono dire prontamente che l’infortunio, subito da Pogba, gli porterà via 15-20 giorni. Se nel corso di questo lasso di tempo, si accorgono che il ragazzo non è pronto, dovranno aspettare. Dipende un po’ dal grado di rottura che lo ha colpito. In base a quello, ci metterà più o meno tempo. Ci sono tanti fattori che possono determinare il rientro”.

Il dott.Tencone ha detto a Tuttosport che Pogba dovrebbe rinunciare alle ferie estive e lavorare sodo per arrivare tirato a lucido fisico, atletico e muscolare già per il primo giorno di ritiro, valido per la prossima stagione, Convieni con questa lettura?

Sì, condivido con ciò che ha detto il dottor Tencone. Questo consiglio è un qualcosa che i calciatori devono imparare ad applicare. Adesso, tanti giocatori hanno i propri preparatori o i propri staff, con cui vanno in vacanza. Alcune società molto forti possono permettersi di prestare una persona, qualora i giocatori non fossero seguiti da una propria squadra di preparatori. Ma non tutti ancora seguono questa buona abitudine. Quelli che ancora non fanno ciò, si devono mobilitare assolutamente, perchè, quando si perde la forma durante le vacanze, dopo, è difficilissimo ritrovarla. Qualora i giocatori non capiscano l’importanza di questo discorso, le società devono intervenire per far capire l’importanza di tale iniziativa, normale nel calcio professionistico, ai ragazzi”.

Secondo te, che tipo di preparazione dovrebbe attuare Pogba durante il periodo estivo, prima dell’inizio del ritiro, per essere al 100% per il primo giorno di ritiro?

Quello è il momento migliore per rischiare con carichi di lavoro più pesanti. Noi chiamiamo questa fase con l’appellativo di “sovraccarico eccentrico”: con questo metodo, il muscolo viene portato al limite del lavoro da svolgere. Anche su questo la Juve ha l’attrezzatura idonea, arrivata quando era presente il nostro staff (ai tempi di Conte, ndr): si tratta di macchinari specifici, che fanno lavorare sulla massima intensità e sulla “frenata”. Noi, alla Juve, facevamo fare a determinati giocatori questo tipo di lavoro se non per tutta l’estate, almeno 2-3 settimane prima dell’inizio del ritiro: i nostri preparatori si dirigevano verso loro per sviluppare questo tipo di lavoro. Nel momento in cui un atleta compie questo tipo di lavoro per 3-4 settimane di fila con cadenza giornaliera alternata, il suo muscolo diventa meno vulnerabile alla possibile rottura. Quello estivo è un momento ottimo, perché non c’è né il rischio di avere la partita né un muscolo affaticato. Rinviare questa pratica durante il ritiro sarebbe troppo tardi. Squadre come la Juventus, tempo 2-3 settimane, se non disputa una partita ufficiale, gioca una partita amichevole, che deve vincere, perché non vuole fare una brutta figura contro una squadra importante”.

Hai fatto parte dello staff tecnico della Juventus di Conte dal 2011 al 2014, ricoprendo il ruolo di preparatore atletico, e hai avuto la possibilità di vedere il primissimo Pogba. Da un punto di vista atletico e muscolare, che impressione ti ha dato quando l’hai visto per la prima volta? Che modo di lavorare hai adottato nei suoi confronti?

Con Paul abbiamo sviluppato un lavoro personalizzato proprio ad hoc per lui, perché questa è stata una richiesta precisa della società. Il direttore Paratici ci ha detto che Pogba doveva essere pronto nel più breve tempo possibile per farlo giocare in Serie A. La missione era chiara, ma ciò che nessuno si aspettava è che lui fosse così veloce nella crescita. Quando era arrivato, mi ricordo che era arrivato un po’ tardi, perchè si era presentato dopo il ritiro, nel mese di settembre. Non so quanti chili avesse, ma era molto diverso da come lo vediamo adesso: si vedeva non avesse lavorato mai a livello muscolare. Quindi, abbiamo sviluppato questo tipo di lavoro e ha conosciuto uno sviluppo incredibile. Il merito è stato suo e della sua genetica: la sua capacità di adattamento è stato impressionante. Tuttavia, penso una cosa...”.

Cioè?

Quell’esigenza di lavoro, che aveva Conte sulla parte atletica, doveva essere continuamente eseguita nel tempo anche durante la sua esperienza al Manchester. È ciò che lo ha fatto esplodere. L’ho ritrovato quando lui era tornato al Manchester e noi eravamo al Chelsea e l’ho visto meno tonico; in Inghilterra non si lavora come in Italia: i lavori atletici sono facoltativi e vengono eseguiti. C’è lo staff a disposizione, ma non c’è l’obbligo di eseguirli. Lui, invece, avrebbe dovuto farli sia individualmente che con la squadra, creando una buona sinergia. Non sappiamo cosa sia successo, ma può essere un forte sospetto. In molte circostanze la Premier è come l’NBA: i giocatori hanno il proprio staff, sì. Con questo, però, si cura la parte atletica: non c’è un lavoro fisico sostanziale”.

Qual è l’aspetto sul quale avete dovuto lavorare più insistentemente e quale fattore vi impressionava positivamente vedendo Pogba?

Lui doveva aumentare il proprio peso corporeo. La massa, che aveva quando è arrivato a Torino, non gli permetteva di giocare in Serie A: non poteva andare sui contrasti e fare la lotta contro altri giocatori più strutturati. L’importante, però, era non fargli perdere potenza, con l’aumento concomitante della massa muscolare. Questa è stata la chiave, che abbiamo raggiunto. Ma vorrei sottolineare anche la predisposizione e la disponibilità del giovane Pogba, che è stata ottima. Lavorare con Paul è stato come allenare Carl Lewis: parliamo di un individuo alto 1,92 m dalla coordinazione spettacolare. Ogni volta che gli si aggiungeva qualcosa, lui la amplificava. Era in grado di svolgere perfettamente e di migliorare, talvolta, ogni esercizio più o meno complesso per molte altre persone. La qualità che aveva e che, sono convinto abbia ancora, si vedeva anche da questi momenti”.

Secondo te, Pogba può tornare a essere un calciatore di alto livello e ampio affidamento muscolare per la Juve e per il calcio?

Penso che sia stata creata troppa aspettativa su di lui. Non so cosa si aspettasse la gente da lui. Lui è un campione del mondo e ha vinto tanto complessivamente. Ha giocato per dieci anni a livelli da top mondiale. Non tutti possiamo essere Messi. Tornare a essere un riferimento a livello globale a livello calcistico dipenderà solo da lui. Dovrà avere la grinta e la disponibilità giusta. Ma dovrà avere anche della continuità di gioco dalla sua. Penso che lui sia tornato alla Juventus per rivivere quei momenti e quella sensazione che gli hanno consentito di esplodere e consacrarsi a stella mondiale. Pogba ha capito che la Juve poteva concedergli tale opportunità. La Premier League è diventata la NBA del calcio, ma, alla fine, ha tante mancanze sul lavoro atletico. Lì le palestre sono quasi dei centri fitness più che essere un centro ad hoc per un calciatore professionista. La Serie A è sensibilmente inferiore a livello economico, ma, da un punto di vista dell’organizzazione lavorativa fisica e atletica, ha delle strutture all’avanguardia, soprattutto tra le prime sei squadre”.