Oggi l'ultima scena, poi il via alla rifondazione bianconera

Questa sera alle ore 21 la Juventus concluderà la sua travagliata stagione, sfidando l'Udinese: sarà una gara priva di significati visto che la Uefa quasi certamente escluderà i bianconeri dalle coppe per la prossima stagione. Sarà anche la serata degli addii, da Rabiot a Di Maria passando per Paredes e forse Cuadrado, la Juventus si appresta a modificare radicalmente la sua identità. Da Lunedi partirà una nuova fase della storia di questo glorioso club, dove l'obiettivo principale sarà quello di ridurre i costi visto che, nella prossima stagione, mancheranno gli introiti della Champions League (circa 100 milioni di euro) e allo stesso tempo costruire una squadra fresca, con molti giovani e con un'identità forte.

Questione allenatore: aspettando l'arrivo ormai certo di Cristiano Giuntoli come direttore sportivo, l'attenzione si sposterà sulla questione allenatore: Allegri sembra sicuro della sua posizione, forte di un contratto che lo lega a Madama per le prossime due stagioni, ma la situazione rimane fluida e in continua evoluzione. La prossima settimana si deciderà il futuro del tecnico livornese e la scelta dell'eventuale sostituto in caso di esonero: un profilo giovane ma che ha accumulato già delle esperienze importanti in carriera. Tudor, Italiano e Thiago Motta i nomi più caldi a cui si è aggiunto nelle ultime ore il nome di Gattuso. Profili che hanno idee di calcio interessanti e che si possono sposare con la rosa attualmente a disposizione.

Le rifondazioni del passato: la storia bianconera recente ricorda due rifondazioni opposte per risultati ed efficacia. Nel 1990 ci fù la rifondazione voluta da Montezemolo con Maifredi in panchina e una serie di campioni che arrivarono alla Juventus: si passò dalla marcatura a uomo alla zona pura con molti problemi nell'assimilare i nuovi meccanismi. Dopo una sola stagione deludente la Juve tornò all'antico con Boniperti presidente e Trapattoni in panchina. Nel 1994 la proprietà decise di chiudere con il grande passato affidandosi alla famosa triade formata da Roberto Bettega, Antonio Giraudo e Luciano Moggi che scelsero Marcello Lippi tecnico e iniziarono un ciclo di vittorie straordinario, con un calcio fatto di grande pressing e verticalità.

E' chiaro che la rifondazione dopo quello che è accaduto in questa stagione è necessaria, ma non si possono sbagliare gli uomini da cui ripartire, cercando di ricreare un entusiasmo che tutto l'ambiente juventino ha perso.