
A MENTE FREDDA - Questa non è la Juventus, Giuntoli fatti sentire
Qualsiasi aggettivo da accostare alla Juventus vista a Reggio Emilia, rischia di essere superfluo. Gol regalati, disattenzioni, superficialità, disconnessione dal contesto della gara e potremmo continuare a lungo. Diventa perfino inutile analizzare la gara sotto il profilo tecnico-tattico. Se dovessimo indicare il genere di un film, la partita di ieri sarebbe un mix di horror e comicità per le dinamiche con cui è maturato il risultato. Che poteva essere ancora più pesante se i giocatori del Sassuolo fossero stati più precisi. Qui si va oltre i fantasmi degli ultimi due anni, quando ad Allegri si chiedeva un minimo di gioco, d'identità. Sotto questo aspetto, a dire il vero, nei primi quattro turni di campionato qualcosa abbiamo visto, baricentro più alto e aggressività in primis. Insomma un atteggiamento decisamente propositivo. Sembrava l'inizio di un nuovo corso e la bella vittoria contro la Lazio ne è stata la certificazione. Il tonfo del Mapei rischia di cancellare tutto.
Parlare di singoli dopo una serata come quella di ieri diventa riduttivo. Fin troppo facile puntare il dito contro Szczesny e Gatti per gli errori macroscopici, comunque inammissibili in Serie A. Sul banco degli imputati finiscono tutti, dall'allenatore ai giocatori, forse si salva solo Chiesa. La Juventus poteva dormire da capolista almeno per una notte, sperando magari nell'inciampo di qualche rivale dopo le fatiche accumulate nelle coppe. A proposito, la non partecipazione alle competizioni europee dovrebbe essere un vantaggio in chiave campionato. Com'è possibile che ci si presenti in quel modo a Reggio Emilia, malgrado la squadra abbia tutta la settimana per preparare il match? Nel post gara contro il Sassuolo Allegri risponde così: “Partita farfallina, abbiamo sbagliato l'approccio mentale. Non eravamo attaccati con la testa. Non eravamo dei fenomeni prima, ma non siamo dei bidoni adesso”. Martedì contro il Lecce è già un appello importante. Se non si ottiene il bottino pieno servono riflessioni importanti. Nel frattempo la società deve alzare la voce. Sarebbe opportuno che Giuntoli ricordasse al tecnico e ai giocatori che la Juventus ha una storia, un prestigio e milioni di tifosi. Un'altra umiliazione di questo tipo sarebbe intollerabile.







