
ESCLUSIVA TJ - Rodrigues presenta João Mário: "Juventus pulsante di reset, indosserà la maglia della squadra che usava alla PlayStation. Da bambino segnò scartando mezzo Benfica..."
La redazione di TuttoJuve.com ha contattato, in esclusiva, l'ex compagno di squadra (nelle giovanili del Porto) e uno degli amici più stretti di João Mário, Vasco Rodrigues, per parlare approfonditamente del neo numero 25 bianconero e non solo:
João si è trasferito dalla squadra più vincente in Portogallo a quella in Italia, a tuo parere è un passo in avanti per la sua carriera?
"Sì, è un passo avanti per la sua carriera. Questo trasferimento arriva al momento perfetto per la carriera di João: ha l'età giusta, la maturità necessaria ed è pronto per un grande salto in avanti. Il Porto è enorme, ma la Juventus offre un mondo completamente nuovo di sfide. È un club con una storia, una struttura e un'ambizione incredibili, proprio come i Dragões, ma su un palcoscenico diverso. Credo davvero che João si inserirà perfettamente nella cultura della Vecchia Signora, sia in termini di professionalità che di passione che circonda il club a Torino. Questo è il tipo di opportunità che sognavamo da bambini, giocando con la Juventus alla PlayStation, e ora può indossare quella maglia per davvero. È qualcosa di speciale".
Adesso ci rendi curiosi, quale era la Juventus che usavate da bambini?
"Quella di Pirlo e Tevez, era la Juventus della nostra adolescenza che vinceva in Italia".
Hai parlato con João negli ultimi giorni? Ti ha raccontato le sue emozioni riguardo al passaggio alla Juventus?
"Sì, ho parlato con lui di recente e posso dirti che è sinceramente emozionato. Lo senti nella sua voce. Sa che questo è un momento importante nella sua vita e nella sua carriera, ed è più che pronto. Vuole dimostrare a tutti che questo è il suo momento, il suo capitolo da scrivere. Questo tipo di fame può portare lontano un giocatore, soprattutto quando sei circondato da un club come quello bianconero e da un campionato che valorizza l'intelligenza tattica e l'etica del lavoro".
Molti giornalisti portoghesi hanno scritto che João era un po' spento e a fine ciclo durante il suo ultimo anno al Porto. Pensi che potrebbe ritrovare la sua scintilla alla Juventus?
"Credo che quella situazione abbia più a che fare con l'atmosfera generale del club. È stata una stagione difficile per il Porto nel complesso: i risultati non sono stati all'altezza delle aspettative, e le critiche tendono a colpire tutti quando accade. È difficile per i singoli giocatori brillare quando la squadra sta attraversando un periodo difficile. Ma João non era il problema. Penso che in un nuovo ambiente, con nuova energia e nuove motivazioni, lo rivedremo al meglio. La Juventus potrebbe essere quel pulsante di reset, e sono fiducioso che saprà essere all'altezza della situazione".
Conosciamo João Mário come giocatore, ma tu conosci João come uomo e come persona. Com'è dal punto di vista caratteriale?
"João è una delle persone più genuine e umili che abbia mai incontrato nel calcio. È il tipo di ragazzo che va d'accordo con tutti, uno le cui amicizie vanno oltre lo spogliatoio. È divertente pensarci ora, ma da bambino era davvero molto timido. Col tempo, è diventato una persona davvero estroversa e divertente. Se c'è una caratteristica che gli è rimasta impressa fin da piccolo è la sua competitività, soprattutto quando viene battuto. Odia perdere (ride ndr)! Sa fare i capricci come si deve. Ma quella grinta? È anche questo che lo rende speciale".
Sbaglio o avete giocato insieme anche al Porto? C'è un momento memorabile con lui che vorresti condividere con noi?
"Sì, siamo cresciuti insieme nelle giovanili del Porto, facevamo parte di un piccolo gruppo selezionato per speciali sessioni di allenamento d'élite. Ricordo che a quei tempi João si distingueva già: tecnicamente dotato, veloce e sempre desideroso di imparare. Un momento che non dimenticherò mai è un torneo giovanile a cui abbiamo partecipato, dove ha segnato un gol incredibile contro il Benfica dopo aver dribblato mezza squadra. Pensavamo tutti: 'Ok... questo ragazzo è di un altro livello'. Anche allora, si vedeva qualcosa di diverso in lui. Aveva quella scintilla che gli ha permesso di arrivare dove è ora. Vedrete, vi conquisterà".
Gli auguriamo di far bene alla Juventus, ma quanto tempo impiegherà per riuscirci?
"Il calcio italiano è noto per essere complesso e altamente tattico, c'è un livello di disciplina e struttura che lo rende molto diverso da quello che João ha giocato in Portogallo. Bisognerà vedere quanto velocemente si adatterà a questa realtà, perché non è facile. Ma credo in lui. João è un giocatore intelligente e intuitivo, che legge bene la partita e impara in fretta. Ha la tecnica e l'intelligenza necessarie per adattarsi a questo stile di gioco. Dategli qualche settimana per ambientarsi, capire il sistema e abituarsi al ritmo e penso che volerà. Il suo istinto offensivo e la sua qualità con la palla brilleranno, soprattutto in una squadra come la Juventus che dà valore al possesso palla e alla creatività".
Perché gli avversari dovrebbero temere João? Quali sono le sue qualità migliori?
"João ha un bagaglio di abilità che può davvero mettere in difficoltà i difensori. È veloce, imprevedibile e totalmente ambidestro: dribbla e tira con entrambi i piedi, il che lo rende un incubo da marcare. Anche i suoi passaggi dalle fasce sono eccellenti, grazie alle sue origini da esterno in gioventù. Ma soprattutto, sono la sua capacità decisionale e la sua visione di gioco che lo contraddistinguono. Sa quando accelerare, quando rallentare il gioco e come sfruttare gli spazi. Se trova il suo ritmo alla Juventus, fidatevi, i difensori saranno nei guai".
Si ringrazia Vasco Rodrigues per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.








