
Non serve sempre cambiare: i titolari di ieri li aveva anche Thiago Motta
Meglio cambiare no? La domanda di Paris Hilton ai tempi di un fortunato spot televisivo non si addice a quello che sta succedendo. Perché la vittoria di ieri sera contro l'Inter - che regala nuove certezze e molta serenità alla Juventus in vista della Champions League - è eredità totale di quello che è successo nella scorsa stagione. O meglio, del mercato della scorsa annata: Di Gregorio, Kalulu, Kelly, Koopmeiners, Thuram. Cinque su undici presi fra l'estate e gennaio 2025. Gli altri sei, cioè Gatti, Bremer, Locatelli, McKennie, Yildiz e Vlahovic erano già in rosa da prima. Zero nuove acquisti in campo dall'inizio.
È una rivalutazione di quanto fatto da Giuntoli? È presto per dirlo. Koopmeiners ha fatto discretamente, senza però brillare. I lampi sono arrivati però da Kelly, Thuram e Adzic. Uno criticatissimo, il francese sempre più protagonista, l'ultimo è il Carneade che non ti aspetti, con la conclusione da lontanissimo che piega le mani a un Sommer tutt'altro che irreprensibile.
Non conta quel che è stato, l'importante è il risultato. Quattro a tre, nove punti in classifica, più sei sull'Inter, più quattro sull'Atalanta, dai meno sei ai meno tre per il Milan. Allungato sulla Roma, sulla Lazio, sulla Fiorentina. Presto per cantare vittoria o credere in voli pindarici, soprattutto visto il Napoli di ieri sera. Però è la riprova che cambiare per cambiare - come successo troppo spesso ultimamente - non ha sempre la sua giustizia.







